Nel processo di liberalizzazione dei servizi postali in Europa la
tendenza di fondo vede "un regolatore che possa disciplinare
il settore, essendo sostanzialmente indipendente dal Governo anche
ove lo Stato non abbia il controllo dell’operatore
dominante". Così il presidente dell’Antitrust, Antonio
Catricalà, nel corso di un’audizione alla Camera, spiegando che
"la scelta operata dal Governo italiano nell’agenzia di
regolazione non appare in linea con le migliori pratiche"
europee. Sulla stessa linea di Catricalà anche Corrado Calabrò,
presidente dell'Autorità per le tlc, che propone l'Agcom
come "il candidato naturale alla regolamentazione e alla
vigilanza di tali servizi”, fermi restando “il diritto e la
piena titolarità sulla politica industriale del settore che sono e
restano in capo al ministero dello Sviluppo economico”.
In una segnalazione di alcune settimane fa, Catricalà aveva già
criticato il dlgs di recepimento della direttiva europea, dicendo
che "restano da adottare quelle misure che sarebbero
fondamentali per consentire la realizzazione di una concorrenza
effettiva quali, in via principale, l’affidamento a
un’Autorità indipendente delle funzioni di regolazione,
l’affidamento del servizio universale con procedure di evidenza
pubblica, l’abolizione della riserva postale e l’apertura della
rete".
L'agenzia di regolamentazione del settore postale prevista
dallo schema di decreto all'esame delle Camere “non risulta
caratterizzata dal necessario requisito d'indipendenza”.
Così il presidente dell'Autorità per le tlc, Corrado
Calabrò, aggiungendo che è proprio l'Agcom “il candidato
naturale alla regolamentazione e alla vigilanza di tali servizi”,
fermi restando “il diritto e la piena titolarità sulla politica
industriale del settore che sono e restano in capo al ministero
dello Sviluppo economico”.
Secondo Calabrò, che è intervenuto in audizione alla Commissione
Trasporti della Camera, all'agenzia di regolamentazione
mancherebbe “l'indipendenza sostanziale richiesta dal diritto
comunitario”, vista “la permanenza di un pervasivo controllo e
indirizzo in capo al Governo”. Serve, dunque, un organismo
“indipendente sia dal potere politico sia dai soggetti regolati e
che deve possedere sviluppate competenze, di natura regolatoria,
nei settori a rete”, anche per evitare accertamenti formali da
parte della Corte di Giustizia europea. Considerando che in 22
paesi europei su 27 questo compito spetta alla locale Autorità per
le tlc, secondo Calabrò anche in Italia si dovrebbe seguire questa
strada.
L'Agcom “possiede le competenze tecniche, giuridiche,
l'esperienza e può vantare anche dei risultati, vista la
riduzione dei prezzi delle tlc”: pertanto, ha concluso,
“l'attribuzione della competenza postale a questa Autorità
sarebbe in assoluta sinergia con le sue competenze e con la sua
professionalità e vedrebbe l'Autorità in grado di esercitare
questa competenza in tempi brevissimi”.