Più di un terzo delle esportazioni mondiali di information and
communications technology (Ict) hanno origine dalla Cina e da Hong
Kong: lo riferisce l’agenzia delle Nazioni Unite Unctad,
aggiungendo che nel complesso l’Asia domina l’export globale di
Ict, con il 66,3% del totale nel 2009. In quell’anno, la Cina ha
venduto all'estero beni Ict per un valore di 356 miliardi di
dollari, seguita da Hong Kong (142 miliardi) e dagli Stati Uniti
(113 miliardi).
Hong Kong, in particolare, dipende pesantemente dalle esportazioni
di prodotti Ict: rappresentano oltre il 43% del suo totale. Ma ci
sono altre economie per le quali i beni del comparto Ict
costituiscono ormai il 30% o più delle esportazioni complessive:
Cina, Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Filippine.
Nel 2009, a causa della crisi finanziaria globale, le esportazioni
tecnologiche di tutti i grandi Paesi sono diminuite; tuttavia
l’impatto della recessione si è fatto sentire soprattutto sugli
esportatori europei, a tutto vantaggio di quellio asiatici, rileva
l'Unctad. Così, mentre le esportazioni Ict di Cina, Hong Kong,
Filippine, Corea e Tailandia subivano flessioni modeste, l’export
Ict si è più che dimezzato in Portogallo e Finlandia, è sceso
del 36% in Irlanda e di oltre il 20% in Repubblica Ceca, Francia,
Germania, Svezia. Anche Giappone e Usa sono state duramente colpite
dalla crisi. Al contrario, le esportazioni dell’India sono
aumentate nel 2009 del 244% e quelle della Malesia del 18%.
Quanto ai maggiori importatori, la lista è capeggiata dagli Stati
Uniti, seguiti di nuovo da Cina e Hong Kong. Tra i più grandi
importatori, a stringere la cinghia nel 2009 (flessioni di oltre il
35% nei beni Ict acquistati) sono stati soprattutto Finlandia,
Irlanda, Portogallo, Russia e Spagna. Anche in questo caso fa
eccezione l’India, dove le importazioni Ict stanno crescendo
rapidamente: la sua posizione nel ranking globale dei maggiori
importatori è passata nel 2009 dalla 28ma alla 17ma.