I pirati informatici si sono insinuati all’interno della rete di
pc che gestisce il Nasdaq. Durante il 2010 il circuito tecnologico
di Wall Street è stato più volte violato più volte dagli hacker.
“Da quel che risulta gli autori avrebbero solo dato una
sbirciatina” rivela il Wall Street Journal. Quindi nessun
pericolo per gli investitori? Niente affatto. Tom Kellermann, ex
ufficiale della sicurezza informatica della Banca Mondiale, spiega:
“Molti hacker professionisti non cercano di monetizzare
immediatamente la situazione, ma spesso compiono quella che in
gergo viene chiamata raccolta delle informazioni locali al fine di
apprendere il modo migliore per monetizzare l'attacco nel lungo
termine”. Per questo motivo l’Fbi sta investigando
sull’accaduto. I pericoli futuri, secondo la polizia informatica,
potrebbero consistere nella vendita illegale di informazioni di
mercato segrete o un attacco agli scambi della Borsa Americana.
I pirati hanno utilizzato una tecnica abbastanza
"banale". Sono riusciti ad installare un virus, chiamato
malware, nell’applicazione del Nasdaq chiamata Directors Desk. La
Borsa americana, per rassicurare i propri utenti, ha dichiarato
immediatamente che i dati personali non sono stati toccati e che i
bug sfruttati per introdursi nel sistema sono stati eliminati.
L’unica informazione che l’Fbi è riuscita a raccogliere
durante le indagini riguarda la collocazione geografica da cui è
partito l’attacco. I computer incriminati si trovano in Russia,
ma l’informazione potrebbe essere inutile visto che, nel caso di
un’azione di hacking ben organizzata come questa, è altamente
probabile che gli hacker si siano serviti di Bot o “computer
zombie” come vengono chiamati in gergo. Si tratta di computer che
attraverso un virus, della categoria malware – chiamato trojan –
vengono controllati da un’altra macchina che può trovarsi
dall’altra parte del mondo.