Chiusura del digital divide entro la metà del 2012 con un
investimento di 100 milioni dai fondi Fas (come già previsto dal
piano per il Sud). È stato il ministro dello Sviluppo economico
Paolo Romani ad annunciare l'obiettivo, al termine del
Consiglio dei ministri di questa mattina. “Inizia oggi il
percorso di sviluppo della banda larga – ha precisato – In accordo
con il ministro Tremonti è stato deciso il finanziamento di 100
milioni attraverso fondi Fas per la chiusura del digital divide, in
un arco temporale breve, entro la metà del prossimo
anno".
Romani ha parlato anche di un progetto di ultrabroadband a 100 mega
nel quale si inserisce anche la Cassa depositi e prestiti che
investirà sia in equity sia in finanziamenti “per portare il
servizio ad almeno il 50% degli italiani. Un progetto che vale 8,3
miliardi, comporterà l'apertura di 3mila cantieri che daranno
lavoro a 30mila persone”.
L'annuncio non convince l'opposizione. "Lo
stanziamento deciso oggi dal governo per lo sviluppo della banda
larga non è altro che una goccia nel mare di una innovazione che
richiede impegni più consistenti – afferma Michele Meta,
capogruppo del Pd in commissione Telecomunicazioni alla Camera – Il
Paese galleggia drammaticamente da mesi nell'incertezza di
investimenti pubblici sul settore delle telecomunicazioni,
abbandonando gli operatori privati del settore sulle cui spalle
pesa un lavoro di supplenza che invece il Governo dovrebbe mettere
in cima all'agenda, specie se guarda alle nuove tecnologie come
ad una leva per uscire dalla crisi economica".
"Dopo che il governo Berlusconi ha dirottato su altri
obiettivi – spiega Meta – gli 800 milioni per la banda larga, e con
l'affossamento del Piano Romani di cui non vi e' piu'
traccia, i fondi decisi oggi dal Governo per la riduzione del
digital divide non sono altro che briciole "gentilmente"
concesse dal ministro Tremonti che non ha mai creduto nella leva
dell'innovazione tecnologica per sostenere l'economica
italiana. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo
perche', cosi' come e' indicato dagli studi
dell'Ocse, il Pil nazionale può aumentare di 1,5 punti (20-25
miliardi di euro), solo grazie agli investimenti in banda
larga".
"Per questo è utile – conclude il deputato Pd – che il
governo si dia una mossa se intende rispettare le scadenze indicate
dall'Ue, che ci chiede di garantire l'accesso veloce ad
internet entro il 2013, e le esigenze delle imprese e degli
italiani che trovano un freno insopportabile nell'attuale
digital divide che colpisce allo stesso modo il nord ed il sud del
Paese".
Per Futuro e Libertà parla invece il deputato Enzo Raisi che in
una nota, sottolinea a come finora i “ritardi del broadband siano
frutto del conflitto d'interessi”.
“Occorre ricordare – rimarca ancora Raisi – che le tecnologie
favoriscono il dialogo tra le persone dove Internet è lo strumento
per sostenere e garantire una Società libera e democratica. È
necessario che la politica si impegni: nel risolvere il digital
divide del Paese; per mantenere la neutralità della Rete; per
migliorare il dialogo tra Stato e cittadino, in special modo nei
settori come Sanità e Giustizia. L'innovazione crea
opportunità per il Futuro delle nuove generazioni e garantisce la
Libertà di un popolo”.