Riflettori su Hp. Ecco il tablet con WebOs

Debutto tardivo sul mercato delle tavolette per la società Usa che rilancia la piattaforma di Palm. Gartner: dovrà accelerare sulle app

Pubblicato il 09 Feb 2011

Conto alla rovescia per la presentazione del nuovo tablet firmato
Hp. E per il salto con cui la società si prepara a tuffarsi, sia
pure a scoppio ritardato, in un mercato già sovraffollato.
"Cosa avrà di diverso dagli altri?". La domanda, notano
gli osservatori, è da un miliardo e 200 milioni di dollari: lo
stesso prezzo pagato dall'azienda la scorsa estate per
l'acquisto di Palm e del suo sistema operativo WebOs che ora
debutterà, oltre che con il tablet, con altri prodotti in
portafoglio.

Cosa aspettarsi insomma dal nuovo tablet? Sicuramente una
piattaforma ben disegnata, assicurano gli analisti, ma certo questo
non basta a garantire il successo: Hp arriva ultima nel mercato
dominato da Apple e già affollato dai concorrenti che girano su
Android.

Qualità sì, dunque, ma rimane da vedere se sarà una dote
sufficiente a far vincere Hp in questo finale di partita, dicono a
Morningstar: "Meglio arrivare tardi, comunque, che con
l'ennesimo prodotto Android". Una situazione simile Hp la
sconta sul fronte degli smartphone dove detengono la supremazia i
sistemi di Apple, Android e Rim.

Il WebOs ha riscosso reazioni positive al suo debutto nel lontano
2009 anche se il terminale che lo adottò, lo smartphone Pre di
Palm, pagò il prezzo di una debole campagna promozionale.

Con un mercato dei tablet che ci si aspetta di veder lievitare
quest'anno fino a 50 milioni di pezzi venduti, Hp non può
permettersi di sbagliare il colpo, specialmente ora che Apple sta
già lavorando al prossimo iPad mentre lo Xoom di Motorola e il
PlayBook di Rim stanno riscuotendo notevole successo.

Con l'acquisizione di WebOs, Hp diventa socia del ristretto
club di produttori di hardware che possono contare su una propria
piattaforma. Il fatto di essere proprietaria del software, più che
licenziataria, le dà un vantaggio nel controllo dei propri
terminali – un po' in stile Apple – e la possibilità di
offrire prodotti con una user experience immersiva.

Il nodo più grosso riguarderà però, dicono a Gartner, il numero
esiguo di sviluppatori di app per terminali Palm. Apple conta più
di 300mila applicazioni per la sua piattaforma iOs, Android
100mila. Hp ha bisogno di contare su almeno 30-50mila applicazioni
in un anno per poter sperare di competere.

Un'altra incognita è rappresentata, oltre che dal gradimento
degli operatori mobili, dai costi: iI rivali della Apple hanno
dovuto faticare per riuscire a offrire tablet più convenienti di
iPad. Ma Hp, compagnia leader mondiale nelle nuove tecnologie, ha
molte carte da giocare di questo fronte, non ultima una massiccia
catena di rivenditori.
Un asso nella manica è invece Jon Rubinstein. Ex top manager di
Apple cui viene attribuita l'invenzione dell'iPod, è stato
a capo di Palm e ora guida la divisione Palm dentro Hp.

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