Agenda digitale. La carica dei 104: “Il Paese ha bisogno di una svolta”

Primo incontro a Roma fra i rappresentanti dei firmatari del “manifesto” per l’Italia digitale e il mondo politico. Su www.agendadigitale.org già 11mila adesioni. “Andremo avanti. L’innovazione è una priorità”. E il Commissario Kroes plaude via Twitter

Pubblicato il 09 Feb 2011

Va avanti l’iniziativa
sottoscritta dai 104 fra top manager ed esperti di Ict per
chiedere alle istituzioni di emanare entro 100 giorni un’Agenda
digitale italiana declinata attraverso proposte concrete. Il
“manifesto” pubblicato a tutta pagina sul Corriere della Sera
ha già sortito l’adesione online da parte di 11mila persone.

E questa mattina a Roma, nell’ambito degli eventi della Social
Media Week, si è tenuta la prima occasione di incontro per
dibattere sulle iniziative da portare avanti: sul palco della sala
conferenze del Macro, il museo di arte moderna e contemporanea
inaugurato nelle scorse settimane, si sono confrontati alcuni dei
firmatari – Layla Pavone (managing director di Isobar e
presidente onorario di Iab), Juan Carlos De Martin (Politecnico di
Torino), Oscar Giannino (giornalista), Stefano Quintarelli (esperto
di Tlc) e Francesco Sacco (Sda Bocconi) – e una rappresentanza
del mondo politico – in campo Paolo Gentiloni (Pd), Linda
Lanzillotta (Api), Roberto Rao (Udc), Luca Barbareschi (Fli) e
Angelo Falchetti (Comune di Firenze).

E il Commissario Ue all'Agenda digitale Neelie Kroes ha
apprezzato l'iniziativa al punto da pubblicare un messaggio su
Twitter: "Mi fa piacere questa iniziativa. E' un passo in
avanti affinché tutti gli italiani possano beneficiare del
digitale".

Tutti concordi, almeno in linea di principio: l’Italia ha bisogno
di un “grande salto nell’innovazione”. Culturale soprattutto.
E, ca va sans dire, infrastrutturale. Tra il dire e il fare però
c’è la mancanza di fondi, almeno quelli pubblici – stamane il
ministro Romani ha annunciato la disponibilità di 100 milioni di
Fondi Fas (dei tanti attesi 800) – e, stando ai rappresentanti
del gruppo dei 104 non si dà adeguata rilevanza strategica al
ruolo dell’innovazione in qualità di exit strategy dalla crisi e
di motore della crescita.

“E’ sulla produttività che si misura il valore di un Paese,
ossia il suo livello di competitività”, sottolinea Francesco
Sacco. “E in Italia manca all’appello il fattore Ict”. Sacco
spiega, dati alla mano, che il 20% lasciato sulla strada
nell’arco di un decennio in termini di potere di acquisto non si
può recuperare facilmente e men che meno in tempi rapidi “se non
si passa all’azione con proposte forti”. “Se la frontiera è
rappresentata dalla banda ultralarga allora la rete va fatta
subito, senza passare dalle vie di mezzo. Se il cloud è la
frontiera allora il Paese deve convertirsi subito al cloud”.
Quattro secondo Sacco le “gambe” su cui bisogna impostare
l’Agenda digitale italiana: infrastrutture, servizi della PA e
delle imprese, alfabetizzazione informatica e recupero del gap. Il
messaggio di Sacco è indirizzato oltre che ai rappresentati del
mondo della politica e delle istituzioni anche al mondo delle
aziende: “E’ grave che i vertici di Confindustria non parlino
mai della priorità digitalizzazione”.

“E’ una questione di coscienza civile – sottolinea Layla
Pavone – Ci sono 25 milioni di italiani che usano Internet e che
non possono fruire al meglio delle potenzialità della Rete a causa
della mancanza di infrastrutture e servizi adeguati. E, ancor
peggio, ci sono altrettanti italiani che non hanno accesso
all’innovazione”.

Conoscenza e digitale, sono secondo De Martin “due termini che
sono strettamente legati fra loro”. Secondo De Martin “il Paese
non può più permettersi di improvvisare. L’Italiaquesta volta
non ce la farà a recuperare le distanze puntando sullo scatto di
reni. È necessaria una programmazione, nel breve ma soprattutto
nel lungo periodo, ampliare gli orizzonti e darsi degli obiettivi
certi da portare avanti”.

Quintarelli ricorda che è fissata per il mese di giugno
l’Assemblea plenaria della Ue sull’Agenda digitale in cui i
singoli Paesi dovranno sottoporre le proprie proposte. “Sulle 100
azioni individuate dall’Europa, l’Italia ne sta portando avanti
appena 17”, sottolinea. “Non c’è niente da inventare:
l’Europa ha dettato il cammino, l’Italia passi all’azione”.
Piuttosto, aggiunge Quintarelli “quel che serve realmente
all’Italia è una visione organica”.

Annuncia l’appoggio concreto del Pd all’iniziativa dei 104
Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Partito
Democratico: “Stiamo concludendo la messa a punto delle nostre
proposte, a cui peraltro lavoriamo da mesi. Le sottoporremo al sito
agendadigitale.org”.

Linda Lanzillotta loda l’iniziativa sottolineando che “come è
stato per il wi-fi, la mobilitazione civile impatta sul mondo
politico e ha iol potere di smuovere le acque. Quando c’è spinta
da parte della società diventa più semplice far divenire
priorità argomenti, come quello dell’innovazione, ancora non
considerati strategici”.

Roberto Rao considera prioritario il superamento del digital divide
“ma ancora una volta il Governo ha dimostrato di essere miope:
sono stati sbloccati appena 100 milioni di euro”.

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