Hanno mantenuto la promessa. Anonymous, in un comunicato, aveva
annunciato che alcuni siti istituzionali italiani sarebbero stati
colpiti il 13 febbraio. Puntualmente le pagine web di: governo,
camera, senato e parlamento sono state bloccate da un attacco DDoS
(Distributed Denial of Service). L’azione si è successivamente
spostata sul sito di Mediaset, compromettendo la navigabilità
anche di quest’ultimo. Il gruppo di attivisti hacker ha motivato
l’attacco affermando che il governo Berlusconi nega la libertà
di accesso ai contenuti della rete e modifica le leggi per
proteggere se stesso e i suoi interessi a scapito dei cittadini
italiani. "Mentre loro litigano – si legge in una nota di
Anonymous – fuori da quella sede istituzionale centinaia di
migliaia di famiglie non arrivano a fine mese".
I siti internet bersaglio di attacchi informatici, dalla mattina
fino al primo pomeriggio, hanno funzionanto a singhiozzo.
“Sapevamo dell'attacco e abbiamo predisposto contromisure che
ci hanno consentito di rispondere in maniera adeguata” ha la
Polizia postale che, ironia della sorte, con i muri difensivi
alzati contro Anonymous, come il blocco degli accessi agli
stranieri, ha contribuito a bloccare i siti internet colpiti.
La presunta vittoria della polizia postale nella “guerriglia
cibernetica” ha suscitato una secca replica da parte del gruppo
di hacker: “Alle 15 italiane Anonymous si preparava per
un’altra operazione, e furbamente le autorità di sicurezza dei
siti web istituzionali hanno dichiarato di essere riusciti a
fermare l’attacco. Mossa intelligente senza dubbio, purtroppo
però quando avete fermato l’attacco, l’attacco era concluso di
suo”.
Gli hacker che hanno partecipato all’attacco sono stati 1.400,
ma, minaccia Anonymus, “la campagna italiana è appena iniziata.
La prossima volta saremo il doppio”.