Il digitale terrestre? Lo finanziano le risorse accantonate per la
banda larga. Sì, perché i 30 milioni di euro destinati ad
accelerare il passaggio al digitale terrestre così come nesso nero
su bianco dal decreto Milleproroghe approvato oggi dal Senato, sono
stati reperiti dagli 800 milioni di euro congelati da tempo
immemore nelle casse del Cipe destinati all'abbattimento del
digital divide.
Il testo parla chiaro: "E' autorizzata la spesa di 30
milioni di euro per l'anno 2011, da destinare al
rifinanziamento del Fondo per il passaggio al digitale. Ai relativi
oneri si provvede nell'ambito delle risorse finalizzate ad
interventi per la banda larga dalla legge 18 giugno 2009, n. 69,
nell'importo complessivo deliberato dal Cipe in data 11 gennaio
2011".
Il decreto non ha intaccato le risorse, per un ammontare di 100
milioni, annunciate dal ministro allo Sviluppo economico Paolo
Romani nei giorni scorsi per abbattere il digital divide.
"Sono 30 milioni – ha chiarito Romani – dedicati allo switch
off digitale, poi ci sono i 100 milioni per il digital divide ma
sono due momenti diversi. Trenta milioni sono nel Milleproroghe. I
100 milioni non sono nel Milleproroghe, sono fondi Fas. I 30
milioni erano quelli che avevamo richiesto per l'ultimo
passaggio alla digitalizzazione, per completarla entro
quest'anno o inizi dell'anno prossimo", puntualizza il
ministro.
A margine della conferenza stampa indetta per presentare le novità
del Milleproroghe Romani ha annunciato che entro la fine di
febbraio si concluderà il lavoro del Comitato tecnico
governo-operatori che, con l'advisor Rotschild, sta mettendo a
punto il business plan e l'assett di governance della newco per
la rete di nuova generazione. Il ministro ha puntualizzato che la
newco potrà contare sull'intervento in equity e in conto
finanziario della Cassa depositi e prestiti: "Quale sarà
l'entità dell'intervento – ha chiarito – dipenderà dal
contributo dei gestori di tlc e degli altri soggetti partecipanti
al progetto e dal business plan".
Per tornare al Milleproroghe la manovra ha stabilito la proroga al
31 marzo del termine entro cui sui documenti di identità dovrà
essere inserita anche l'impronta digitale del soggetto titolare
del documento identificativo. L'adozione delle impronte
digitali doveva scattare già dal 1° gennaio di quest'anno
secondo quanto stabilito dalla Finanziaria 2010.
Viene ulteriormente prorogato il termine (attualmente fissato al 31
dicembre 2010 e spostato al 31 marzo 2011) a decorrere dal quale
non è più consentito l’accesso ai servizi erogati in rete dalle
pubbliche amministrazioni con strumenti diversi dalla carta
d’identità elettronica e dalla carta nazionale dei servizi La
proroga non determina effetti sui saldi di finanza pubblica.
Ancora: è prorogato, fino al 31 dicembre 2011 ed esclusivamente
per gli Internet point e cioè per gli esercizi pubblici che
forniscono l’accesso ad Internet in via principale, l’obbligo
della preventiva richiesta della licenza al questore.
Conseguentemente non è richiesta la licenza per tutte quelle
attività che mettono a disposizione il collegamento ad Internet
quale servizio accessorio. Restano fermi negli Internet point i
controlli di polizia previsti dal testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza e le disposizioni del codice delle comunicazioni
elettroniche. Considerato che la proroga è limitata alla licenza
del questore per l’apertura degli Internet point, vengono,
quindi, abrogate le disposizioni per l’identificazione degli
utenti, il monitoraggio delle operazioni e l’archiviazione dei
dati.