Europa lumaca nelle implementazioni Lte: procediamo a rilento
rispetto a Nord America e Asia-Pacifico (nonostante TeliaSonera sia
stato il primo operatore a livello mondiale a lanciare un servizio
commerciale Lte a dicembre 2009) e il motivo, secondo Dario
Talmesio, principal analyst di Informa Telecoms & Media, è la
mancanza di cellulari Lte, un approccio poco coordinato
nell’assegnazione delle licenze necessarie e la letargia degli
operatori. Così, anche se a TeliaSonera si sono intanto aggiunte
nel frattempo Telekom Austria e gli operatori della Germania con i
loro progetti Lte, molti altri provider sembrano mancare di
quell’entusiasmo e dinamismo commerciale mostrati nel lancio
delle reti 3G.
"Gli smartphone Lte non saranno disponibili fino alla fine di
quest’anno, o più probabilmente all'inizio del 2012",
nota Talmesio. "E anche se i tablet abilitati all’Lte
arriveranno sul mercato già tra qualche mese, una percentuale
molto alta di utenti europei preferisce ancora gli smartphone ai
computer portatili o ai tablet".
I dati di Informa dicono che al 31 dicembre 2010 gli abbonati
all’Lte erano 65mila in Usa/Canada, 8.500 in Europa occidentale,
3.600 in Europa orientale e 1.200 in Asia-Pacifico, ma al 31
dicembre 2011 saranno 2,3 milioni in Nord America, oltre 1,5
milioni in Asia-Pacifico e poco più di 1,3 milioni in Europa
occidentale. Il gap si allargherà a fine 2015, quando
l’Asia/Pacifico diventerà leader mondiale con 128,7 milioni di
abbonati, seguita da Usa/Canada con 67,2 milioni e dall’Europa
occidentale con 64,7 milioni. Intanto cresceranno gli abbonati
nelle altre aree del mondo: tra quattro anni saranno quasi 13
milioni in Africa, 24,4 milioni in America centro-meridionale, 8,7
milioni in Medio Oriente. Il totale globale a fine 2015 sarà di
325,6 milioni di abbonati.
Riguardo all'Europa, Talmesio sostiene che, pur se
l'armonizzazione dello spettro non dovrebbe diventare un
problema per gli operatori, preoccupa la lentezza con cui i
regolatori nazionali delle telecomunicazioni mettono a disposizione
adeguate porzioni di spettro. "La frammentazione dello spettro
non è il vero problema dell’Europa", afferma l’analista.
“Piuttosto direi che in Europa c'è un problema notevole di
'tempistica frammentata’, per cui alcuni grandi Paesi non
renderanno disponibili le frequenze degli 800 MHz, che sono
fondamentali, fino al 2015".
L'analista nota che alcune authority che regolano il mercato,
come la Ofcom nel Regno Unito, stanno ritardando le aste dello
spettro per dare ad alcuni operatori, nel caso inglese Bt,
l'opportunità di mettere insieme una business case che
giustifichi il rientro nel settore del wireless. Se il Regno Unito
è un esempio estremo, la mancanza di concorrenza sul mercato degli
operatori riguarda invece tutta l’Europa, secondo Talmesio, e
agisce da freno alle iniziative per l'Lte.
"Rispetto alla velocità e al dinamismo mostrati ai tempo del
3G, oggi assistiamo a uno scenario molto diverso con le
implementazioni della tecnologia Lte in Europa", conclude
l’analista. “Osserviamo anche la totale assenza di operatori
greenfield, come 3 UK e 3 Italia, che hanno giocato un ruolo
fondamentale in due dei più grandi mercati nel far sviluppare il
3G”.
Questi ostacoli non hanno impedito a TeliaSonera di andare avanti
dopo il suo lancio iniziale dell’Lte in Norvegia e Svezia e la
telco ora offre il 4G in Finlandia, Danimarca ed Estonia. Ma
Talmesio spiega le strategie aggressive nell’Lte di TeliaSonera e
anche di Telekom Austria col fatto che si tratta di due operatori
molto orientati alla tecnologia che vogliono essere leader e che
hanno necessità di offrire nuovi servizi ad una base di abbonati
che ha grande dimestichezza con l’utilizzo avanzato del
wireless.
Invece, la maggior parte degli operatori europei sta cercando di
fornire maggiore capacità di dati sfruttando le tecnologie già a
disposizione. "Molti operatori sono alla ricerca di soluzioni
tattiche per risolvere i problemi di sovraccarico di dati",
sottolinea Paul Beastall, esperto di tecnologia wireless di PA
Consulting Group. "Vodafone sta usando le femtocelle e
l’offload su wi-fi è sempre più comune in Europa. Inoltre, non
ci sono servizi Lte al momento che non possano essere erogati su
3G".
Gli operatori stanno anche installando più stazioni radio base 3G
nelle zone ad alta densità per far fronte alla domanda di
copertura indoors, nota ancora Beastall. "Ma l'attenzione
degli operatori si sposterà presto a fornire il 3G sulla banda dei
900 MHz per aiutare a risolvere il problema", aggiunge
l’esperto. "Molti telefoni supportano già oggi questa
frequenza e l’ampia disponibilità di questi terminali apporterà
agli operatori reali benefici nel breve-medio termine".
Talmesio di Informa condivide questo punto di vista: l’Hspa e
l’Hspa+ sono sempre più importanti e il wi-fi offload sta
diventando più strategico per gli operatori. "Ma così anche
il wi-fi e la forza dell’Hspa diventano fattori che ritardano
l’arrivo dell’Lte in Europa", nota l'analista.