Big brother alla cinese. Pechino pronta a tracciare cellulari

L’amministrazione municipale annuncia che registrerà le attività sui telefonini dei 17 milioni di utenti della capitale. Obiettivo: monitorare il traffico sulle strade. Ma negli Usa scatta l’allarme sui rischi per la tutela dei diritti umani

Pubblicato il 07 Mar 2011

La Cina pronta a tracciare l’utilizzo del cellulare da parte dei
pechinesi – l’obiettivo sarebbe aiutare le autorità della
capitale a gestire il traffico, ma la notizia, come rivela il
Washington Post, ha suscitato le preoccupazioni degli attivisti dei
diritti umani che temono che il governo cinese abbia trovato un
nuovo modo per sfruttare la tecnologia mobile per sorvegliare i
cittadini.

In un annuncio dato attraverso il sito Internet
dell’amministrazione municipale di Pechino, il governo ha fatto
sapere che registrerà le attività sul cellulare di 17 milioni di
utenti mobili nella capitale tramite la tecnologia di
localizzazione al fine di "pubblicare informazioni dinamiche e
in tempo reale per ridurre la congestione del traffico e migliorare
l'efficienza dei trasporti pubblici".

Pechino è nota per la congestione del traffico. Lo scorso agosto,
un ingorgo di 60 miglia è durato nove giorni. Il governo cinese è
però noto anche per il suo desiderio di controllare da vicino il
flusso di informazioni che viaggia all’interno del Paese o che si
dirige verso l’esterno. Non è raro che le autorirà accedano
agli account di posta elettronica dei giornalisti stranieri e degli
attivisti per la democrazia e alcuni siti web esteri sono
censurati.

"Quel che accade quando si avvia il tracciamento degli utenti
mobili è che si conserva la storia di quello che gli utenti fanno
col cellulare", afferma Joshua Gruenspecht, studioso di
sicurezza informatica presso il Center for Democracy and
Technology, negli Stati Uniti. "Il governo può quindi
utilizzare tale storia contro le persone in generale o in
particolare per questioni legate ai diritti umani, una cosa molto
inquietante".

A Pechino, il 70% degli abitanti usa un cellulare su rete China
Mobile. In una dichiarazione, Li Guoguang, vice direttore dello
Sviluppo sociale della Science and technology commission cinese, ha
detto che il governo potrebbe determinare la posizione degli utenti
mediante il collegamento dell’antenna cellulare a una delle tante
stazioni radio base distribuite per la capitale. Il governo sta
tuttavia ancora decidendo come attivare il servizio e in
particolare come costruire la piattaforma per raccogliere e fornire
le informazioni.

Secondo Gruenspecht, se il governo metterà in atto il servizio di
tracking dei cellulari a Pechino, la Cina diventerà la prima
nazione al mondo a utilizzare i servizi di localizzazione per un
tracciamento completo degli utenti. Il Washington Post nota che
l'annuncio arriva proprio ora che aumenta la consapevolezza, da
parte di certi governi, che i device mobili e le comunicazioni
Internet su siti come Facebook e Twitter possono fornire nuove e
potenti piattaforme ai cittadini per organizzare le proteste, come
accaduto in Egitto, Tunisia e Libia.

Nizar Zakka, segretario generale di IJMA3, gruppo che regola le
tecnologie delle comunicazioni nel mondo arabo, ha recentemente
invitato le aziende dei social media ad elaborare misure di
protezione per i loro utenti: "I social media hanno dimostrato
il loro potenziale, nelle strade di Teheran, al Cairo e altrove, di
poter servire da agente di cambiamento e di sviluppo
virtuoso", ha dichiarato Zakka. "Tuttavia, poiché questo
potere è sempre più manifesto, il desiderio dei governi di
utilizzare tali strumenti di libera espressione per reprimere il
dissenso aumenta di pari passo. In questi giorni, i social media
vengono usati anche al fine di monitorare, tenere traccia e infine
mettere a tacere gli attivisti che Internet cerca di
sostenere".

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