Addio alle ricette mediche cartacee, destinate a finire in
soffitta. Sta per entrare a regime la ricetta elettronica. Nella
Gazzetta Ufficiale di sabato 5 marzo è stato pubblicato il decreto
del ministero dell'Economia e delle Finanze che stabilisce la
chiusura della fase di sperimentazione e fissa i tempi di avvio del
nuovo sistema. La prima a partire sarà la Valle d'Aosta il 1
aprile, seguirà l'Emilia Romagna il 1 maggio, poi Abruzzo,
Campania, Molise, Piemonte e Provincia autonoma di Bolzano il 1
luglio, Calabria e Liguria il 1 settembre e Basilicata dal 1
ottobre, mentre resta da calendarizzare l'avvio a regime per le
altre Regioni.
Una volta che il sistema sarà entrato definitivamente a regime, il
paziente potrà recarsi in farmacia con la tessera sanitaria e un
codice attribuito alla ricetta in modo che il farmacista,
collegandosi al sistema, possa leggere la prescrizione. La ricetta
elettronica, partendo dallo studio del medico che la compila,
arriverà online alla Regione e al ministero dell'Economia,
favorendo così il controllo sulle prescrizioni e sulla spesa.
L'innovazione dovrebbe infatti garantire un taglio del 30%
della spesa farmaceutica. Si prevede un risparmio attorno ai 2
miliardi di euro all'anno.
Il decreto stabilisce che i medici sono tenuti a trasmettere
elettronicamente almeno l'80% delle ricette ogni mese, quota
sotto la quale scatta l'inadempienza, e quindi le sanzioni.
"E' prevista – spiega il segretario nazionale della Fimmg
(Federazione medici di famiglia), Giacomo Milillo – una riduzione
del compenso pari all'1,15%. Ma i camici bianchi saranno
sanzionabili solo se in possesso di tutti gli strumenti idonei a
far funzionare il sistema. Insomma – precisa – solo se le Regioni
avranno prima fornito loro tutti i fattori di produzione: linea,
software, eccetera".
E al momento non sembra così. "A parte la Lombardia –
sottolinea Milillo – dove da tempo la ricetta elettronica è già
una realtà, nelle altre regioni i medici non sono ancora in grado
di partire con le ricette online. Ad esempio in Piemonte è stata
condotta una sperimentazione incompleta". Il segretario
nazionale della Fimmg invita i camici bianchi a non spaventarsi.
"Quello delle ricette online è un sistema complesso che per
forza di cose presenterà problemi. Ma le sanzioni potranno
scattare solo dopo che le Regioni avranno davvero fornito tutti gli
strumenti necessari a far funzionare il sistema".
Secondo quanto affermato alla fine dello scorso anno dal ministro
della Pubblica amministrazione e innovazione Renato Brunetta, con
la ricetta online si potrebbe arrivare a un risparmio di circa il
30% sulla spesa farmaceutica. Una parte del risparmio, circa
800-900 milioni di euro, deriverebbe dal taglio del flusso
cartaceo. A questa cifra si deve aggiungere un altro 7-8% di
risparmi su errori, sprechi e altro, pari a 1,2 miliardi. In tutto,
quindi, il risparmio ammonterebbe a circa 2 miliardi
l'anno.
Sono inoltre previsti risparmi sui costi sociali, sui tempi per le
prescrizioni ai malati cronici che potrebbero usufruire di una
sorta di ricetta ricaricabile, senza contare la parte di
prenotazioni di visite al Cup. La scomparsa totale del cartaceo non
è però pensabile. "Per le visite a domicilio ad esempio –
conclude Milillo – non si può prevedere l'eliminazione della
carta".