France Telecom rischia la separazione funzionale

L’Antitrust apre un dossier sull’operatore per sospetto monopolio sul mercato della fibra ottica. E chiede all’Arcep di esaminare come estrema ratio lo smembramento della società

Pubblicato il 11 Mar 2011

France Telecom rischia l’intervento delle autorità che vigilano
sulla concorrenza in Francia, col rischio che, nel caso estremo, si
arrivi alla richiesta di una divisione dell’azienda in due
business separati, secondo quanto si legge sul quotidiano Les
Echos. L’Autorità garante della concorrenza teme infatti che Ft
diventi un player dominante sul mercato della fibra ottica, tale da
schiacciare la concorrenza, e ha chiesto all’Arcep di
"prendere in esame la separazione funzionale di France
Telecom-Orange come ultima istanza".

Uno smembramento di Ft comporterebbe la creazione di una società
per il marketing dei servizi e un’altra per l'infrastruttura,
che sarebbe aperta a tutti gli operatori, sostiene il quotidiano
francese senza citare le sue fonti, anche se l’ipotesi è resa
meno probabile dal fatto che Orange, l'unità di telefonia
mobile di France Telecom, ha mostrato le proprie buone intenzioni
firmando un accordo per dare accesso alla rivale Iliad alla sua
rete mobile di terza generazione.

L'authority ha fatto sapere che continuerà a monitorare la
situazione valutando il livello di concorrenza nelle zone rurali e
interverrà solo come soluzione estrema, per cui l’ipotesi
“spezzatino”, assicura Les Echos, non è probabile al
momento.

Il regolatore del mercato delle telecomunicazioni Arcep ha chiarito
che nell'ambito del pacchetto di direttive Ue sulle
telecomunicazioni del 2009, che sarà assorbito nel diritto
francese entro l'estate, i regolatori nazionali devono avere la
possibilità di imporre la separazione funzionale agli operatori
dominanti. Il testo indica che "la separazione funzionale può
essere giustificata com soluzione estrema in alcuni casi
eccezionali, quando l'applicazione di una efficace non
discriminazione ha sistematicamente fallito in molti dei mercati
interessati e, quando, nonostante una o più soluzioni in
precedenza giudicate soddisfacenti, le prospettive di concorrenza
sulle infrastrutture restano basse nel breve-medio termine”.

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