Telecom Italia: poteri forti a Bernabè

Accordo degli azionisti sulla nuova governance: affidata all’attuale numero uno la presidenza esecutiva a cui fanno capo le decisioni in materia di strategie, finanza e operazioni straordinarie. Marco Patuano, che risponderà a Bernabè, diventa Ad ed entra nel cda. Avrà la responsabilità del mercato Italia. Luca Luciani verso la direzione generale per occuparsi del mercato sud americano. Ma su di lui c’è l’ombra dell’inchiesta sulle sim false

Pubblicato il 14 Mar 2011

Un modello di governance come quello della spagnola Telefonica. Con
una presidenza dai poteri forti. Dopo due settimane di trattative
gli azionistiitaliani di Telco – Generali, Mediobanca e Intesa
Sanpaolo – hanno raggiunto l’accordo sul management che guiderà
l’azienda nel prossimo triennio. Un accordo che fa leva sulla
continuità, quella della strategia che ha consentito all’azienda
di abbattere il debito (per circa 5 miliardi dal 2007) lasciato in
eredità dalle gestioni Colaninno e Tronchetti Provera, ma che
punta anche al rinnovamento e al ritorno alla crescita cui mira il
piano triennale 2011-2013.

Bernabè incassa la riconferma, con poteri forti, ma nel contempo
crescono di peso i due manager che più si sono messi in luce
nell'ultimo triennio: Marco Patuano, braccio destro di Bernabè
nel mercato interno, e Luca Luciani che, scivolato in un video
imbarazzante finito su Youtube, ha poi guidato il forte rilancio di
Tim Brasil. Patuano entrerà in cda e sarà responsabile del
mercato Italia; Luciani, che diventerà direttore generale – a meno
di ripensamenti legati
all'accusa di truffa aggravata che pende sulla testa del
manager
– avrà la responsabilità per le attività in Sud
America, ossia di Brasile e Argentina che rappresentano le aree a
maggiore redditività per il Gruppo. Entrambi riporteranno a
Bernabè.

Un Bernabè, che nonostante abbia dovuto fronteggiare
l'opposizione sotterranea di chi lo voleva se non cacciare
quantomeno ridimensionare (a partire dal presidente del Consiglio
che ha poco gradito l'autonomia del manager in questioni chiave
come lo scorporo della rete, la vendita delle attività argentine o
il rilancio de La7), avrà dunque deleghe forti mantenendo il ruolo
di capo azienda. Spetteranno a lui le decisioni in materia di
strategie e operazioni straordinarie, finanza e M&A. Sarà inoltre
lui a gestire i rapporti con le Authority e ad occuparsi della
comunicazione istituzionale.

Resterà in campo anche l’attuale presidente Gabriele Galateri di
Genola, amico del presidente di Telefonica Cesar Alierta, che entra
nel consiglio di amministrazione di Telco di cui potrebbe diventare
presidente. In quanto azionista di riferimento col 22,45% di
Telecom Italia, il consiglio di Telco (oltre ai soci italiani vi è
Telefonica) ha
scelto oggi i nomi della lista
di maggioranza da presentare
all'assemblea del 9 aprile (il 12 in seconda convocazione).
Altri due dei quindici consiglieri verranno indicati dalla Findim
di Marco Fossati, secondo azionista Telecom con il 5% del capitale,
mentre i fondi dovrebbero confermare Luigi Zingales.

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