Fascicolo sanitario elettronico, Pizzetti: “Sulla privacy decida il paziente”

Secondo il Garante è l’utente che deve dare il consenso sulle informazioni inserite nella cartella digitale: “In caso di impossibilità possono intervenire i parenti, come prescitto dalla legge”

Pubblicato il 24 Mar 2011

'Il dato imprescindibile del fascicolo sanitario elettronico è
che un paziente deve essere libero di decidere se vuole o meno
inserire i suoi dati'. Lo ha affermato Francesco Pizzetti,
Garante per la privacy, a margine di un seminario presso
l'universià Cattolica del Sacro Cuore di Roma sulla
sperimentazione biomedica.
Il Garante ha precisato che l'accesso al fascicolo elettronico
è consentito a tre soggetti: i medici, il Pronto Soccorso e
soggetti terzi, in questo caso, solo se autorizzati dal
paziente.
Per quanto attiene ai medici, Pizzetti sottolinea che l'accesso
è concesso solo a quelli che curano il paziente, che possono o
inserire nuove informazioni o semplicemente consultare il fascicolo
elettronico. Se l'individuo non è in condizioni di consentire
l'accesso al fascicolo elettronico, allora, secondo Pizzetti, 
può provvedere "un congiunto, un familiare o una persona che
tutela il malato. In questo caso, si attiva la normale procedura
prevista dalla normativa sanitaria".
"Siamo soddisfatti – ha aggiunto Pizzetti – che nel disegno di
legge sul fascicolo elettronico siano state recepite le nostre
prescrizioni ma non poteva che essere così, perché con le nostre
linee guida, elaborate congiuntamente con le Regioni e
l'Istituto Superiore di Sanità è stato colmato un vuoto
normativo e ora tali prescrizioni hanno trovato un assetto
legislativo".
'In questo contesto – ha concluso il Garante – si è dimostrato
il ruolo importante dell'Autorità garante che si è sostituita
al legislatore, in attesa che si provvedesse a normare"

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