Yahoo! pronto a ricorrere in appello contro la decisione del
tribunale di Roma. Il contenzioso è tra l’azienda distributrice
di film Pfa Films e il sito internet accusato di proporre link per
il download a film pirata nel suo motore di ricerca. La sentenza di
primo grado, che ha condannato Yahoo! al pagamento di un milione di
euro, potrebbe cambiare il mondo delle ricerche online visto che il
sito è stato riconosciuto responsabile dei link che vengono
proposti dal suo motore di ricerca.
Yahoo! intende ribaltare la sentenza contestando un vizio di forma
dell’accusa e dimostrando che è impossibile per Yahoo! rimuovere
i link che permettono, senza l’autorizzazione della Pfa Films, di
guardare in streaming o scaricare in peer to peer il film “About
Elly”.
La Pfa Films non è nuova a questo tipo di accuse: nel mirino della
casa distributrice erano già finiti altri due colossi come
Microsoft e Google che avevano vinto le rispettive cause
dimostrando che non sono responsabili dei risultati delle Serp
(search engine results page). A sancire la non responsabilità dei
motori di ricerca rispetto ai risultati ottenuti c’è anche una
direttiva europea che Yahoo! è pronto ad impugnare.
Secondo Guido Scorza, docente universitario, giornalista e avvocato
esperto di diritto e internet, se la sentenza dovesse essere
confermata anche in ultimo grado, la conseguenza sarebbe il crollo
del business delle ricerche online in Italia. “Si aprirebbero
così le porte ad una preoccupante forma di giustizia privata
nell’ambito della quale – spiega Scorza – la semplice
contestazione unilaterale di un illecito produrrebbe la conseguenza
di consegnare all’oblio e all’inaccessibilità ogni genere di
contenuto pubblicato online“.