Privacy su Internet, le strategie di Europa e Stati Uniti sempre
più convergenti. Una serie di incontri tra i regolatori sta
progressivamente avvicinando le politiche dei due Paesi in materia
di protezione dei dati personali per chi naviga su Web, nel
tentativo di metterlo al riparo dal fenomeno crescente della
raccolta selvaggia di informazioni. Pur tuttavia rimangono in campo
notevoli differenze: l'obiettivo del "diritto
all'oblio", tema molto caro al commissario alla Giustizia
Ue, Viviane Reding, al momento non trova terreno favorevole presso
i regolatori di Washington che intravvedono nel principio elementi
conflittuali con la libertà di espressione.
Eppure i punti comuni stanno aumentando. Nel mese di marzo Reding
ha invocato nuove regole per la privacy sollecitando una maggiore
trasparenza da parte delle aziende che trattano i dati e chiedendo
impostazioni predefinite sui siti Web a garanzia della tutela dei
consumatori. Nello stesso periodo il presidente Usa, Barack Obama,
ha proposto un disegno di legge per la protezione delle
informazioni degli utenti, iniziativa salutata come una svolta sul
terreno della privacy americana. Le due parti potrebbero convergere
ulteriormente nei successivi incontri in calendario che porteranno
a definire le nuove regole (per l'Europa a fine 2011 e per gli
Usa a giugno-luglio).
"Fino a poco tempo gli approcci di Europa e Stati Uniti in
materia di privacy apparivano così diversi – ha detto il
commissario Reding – da non lasciar prefigurare spazio per un
terreno comune. Ma questo non può più essere sostenuto".
Anche secono l'ambasciatore Usa presso l'Ue, William
Kennard, le differenze tra i due Paesi sono stati
"sopravvalutati".
Il punto cruciale per l'Europa è il rispetto, da parte delle
aziende, del "diritto degli utenti ad essere dimenticati"
assicurando che i loro dati vengano cancellati, se lo desiderano.
L'approccio degli Stati Uniti tende a privilegiare
l'autoregolamentazione delle aziende.
L'obiettivo di una convergenza è duplice: da una parte si
punta a minimizzare il numero di "arbitraggi
regolamentari", dall'altro a garantire per le aziende Web
linee guida chiare in grado di permettere una crescita a livello
globale senza inciampi legislativi.
Rimangono molti interrogativi aperti. Secondo alcuni esperti di
privacy è ancora tutto da vedere in che modo concreto l'Unione
europea garantirà il "diritto all'oblio". In che
modo la Ue chiederà il consenso degli utenti
sull'utilizzazione da parte delle aziende dei dati che li
riguardano? Paolo Balboni, direttore esecutivo della European
Privacy Association, si dice preoccupato di come l'Ue
applicherà le dichiarazione della Reding: "Come potremo
sapere se un'azienda sta davvero spiando i cittadini
europei?".