Portugal Telecom, giù il rating. Declassato da Standard & Poors

L’operatore lusitano trascinato nella crisi che ha travolto Lisbona, alle prese con il rischio default per il quale si sta muovendo l’Ue che offre un salvagente internazionale per salvare l’economia nazionale

Pubblicato il 30 Mar 2011

Standard & Poor’s ha posto il rating a BBB/A-2 di Portugal
Telecom in credit watch con implicazioni negative. "A nostro
avviso la scelta di Portugal Telecom di puntare al mercato
nazionale espone la società ai rischi sovrani del Portogallo tra i
quali il lungo periodo di crisi economica e i rischi fiscali
relativi alle deboli finanze pubbliche", ha detto l’analista
Xavier Buffon di Standard & Poor’s.

Il Portogallo è in condizione di rispettare tutte le scadenze nel
2011 per il rimborso dei titoli di Stato ed il Paese è deciso a
fare tutto il possibile per evitare un salvataggio internazionale.
Lo ha dichiarato il segretario di Stato a Tesoro e Finanze del
Portogallo, Carlos Costa Pina, in una nota citata dall'agenzia
Bloomberg.

Costa Pina ha sottolineato in particolare che Lisbona "è in
grado di onorare le scadenze dei bond a lungo termine in scadenza
ad aprile e giugno" e che il ricorso agli aiuti internazionali
"implicherebbe rimanere fuori dal mercato per almeno 5 anni,
con un peggioramento delle condizioni di finanziamento per il
settore privato, aziende e famiglie".

Portogallo e Grecia ieri sono stati di nuovo colpiti dalla scure
delle agenzie di rating. Standard & Poor's ha tagliato il
rating sui due Paesi spiegando che il vertice dei leader europei
del 25 marzo ha di fatto aperto strada alla ristrutturazione del
debito sovrano come "una delle possibili precondizioni per
ottenere gli aiuti dal fondo Esm", il fondo permanente
European stability mechanism che scatterà nel 2013.

La mossa di S&P non è giunta inaspettata, ma anzi, soprattutto nel
caso del Portogallo, suona come la certificazione del tracollo del
Paese, travolto anche dalla crisi politica, mentre sono state
riviste in peggio le stime sul Pil 2011 con una contrazione
dell'1,4% per poi vedere una crescita nel 2012 di appena lo
0,3%. Il destino di Lisbona appare segnato sull'esempio di
Atene e Dublino. A poco meno di un anno dal salvataggio Ue-Fmi, la
Grecia è ancora in difficoltà con i conti: S&P ha tagliato il
rating di due gradini a 'BB-', portandolo tre livelli sotto
l'investment grade, e non esclude un ulteriore taglio.

Per il Portogallo, S&P ha bocciato il merito di credito per la
seconda volta in appena 4 giorni, declassandolo al livello minimo
di investment grade (a 'BBB-' da 'BBB') ossia a un
passo da investimento spazzatura. L'outlook è negativo e per
l'agenzia è ora "probabile" il ricorso al fondo
salva-Stati Efsf e poi all'Esm. Dal presidente del Brasile sono
arrivate intanto promesse di aiuto per uscire dalla crisi, mentre
l'ex capo di Stato Lula consiglia a Lisbona a "non
accettare il salvataggio" perché le condizioni imposte non
fanno che aggravare i problemi.

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