Mantenere la leadership fra gli operatori virtuali e spingere
sempre di più sulle sinergie fra PosteMobile e i propri servizi
bancari. È con quest’ottica che le Poste hanno rinnovato la loro
alleanza ormai pluriennale con Zte per portare in Italia il Pm1152
tabula, ovvero il tablet prodotto dal gruppo cinese, che sarà
venduto a 349 euro con anche la possibilità, per chi deciderà di
attivare una sim dell’operatore virtuale dell’azienda guidata
da Massimo Sarmi, di usufruire di 1 Gigabye al mese di navigazione
gratis per un anno.
“La nostra strategia poggia su quattro pilastri: innovazione,
qualità, convenienza e semplicità – ha spiegato Daniela
Manuella, responsabile marketing di PosteMobile – Questo tablet
(che Zte ha già commercializzato altrove, come ad esempio nei
paesi nordici assieme a Telia, a partire dallo scorso dicembre) si
inquadra perfettamente in questa logica, perché è un prodotto di
fascia alta a un prezzo accessibile. In più i nostri clienti
troveranno già integrato anche il ‘PosteMobile Store’, la
nostra applicazione che facilita l’accesso ai servizi Semplifica
di mobile payment, mobile banking e mobile commerce”.
Servizi che, stando ai numeri, hanno sempre più peso all’interno
dell’operatore: durante l’ultimo trimestre del 2010, infatti,
sono stati movimentati attraverso cellulari e smartphone ben 42
milioni di euro e sono state di più le ricariche fatte verso carte
di credito Postepay che quelle verso le sim. “La logica
‘applicativa’ migliora e semplifica l’esperienza dei nostri
utenti”, ha chiosato Manuello, illustrando l’ultima release dei
servizi delle Poste, con cui è possibile effettuare bonifici,
pagare bollettini e fare, in sostanza, tutto ciò che si può fare
in uno degli uffici sparsi nel territorio.
Con il nuovo tablet, un 7 pollici che monta Android 2,1, 512 mega
di Ram e che supporta memorie esterne fino a 32 gb e una
connettività wi-fi e Hsdpa fino a 7,2 Mbpd, PosteMobile punta a
crescere ulteriormente, dopo un 2010 che ha visto le sim attive
aumentare del 57% a 1 milione e 690 mila (con l’obiettivo di
raggiungere i 2 milioni) e un fatturato cresciuto da 98,5 a 172,9
milioni di euro, grazie anche ai 124 mila terminali venduti. Un
numero, questo, che nel 2011 dovrebbe salire 300mila, con una
percentuale di sim attivate sui telefoni venduti che in questi anni
è stata di circa il 40%. Poste Mobile, infatti, è l’unico
operatore italiano a non vendere nemmeno un telefono con sim lock,
come ha rivendicato Manuello, quanto piuttosto a cercare di creare
“le condizione di passaggio”, perché l’obiettivo
dell’azienda non è quello di “avere delle sim mute, ma di
spingere il cliente a portare il proprio numero”.
Il nuovo device dovrebbe poi aiutare anche i piani di crescita di
Zte: il gigante cinese nel 2010 ha registrato ricavi pari a 10,6
miliardi di dollari, con un incremento del 21% sull’anno
precedente, e utili per 490 milioni, in crescita del 32,2%. Numeri
favoriti anche dalla vendita di terminali che, fra telefoni,
chiavette e altri device, ha raggiunto l’anno scorso quota 90
milioni (15 in Europa), issando il gruppo cinese al 5 posto al
mondo. “Il nostro punto forte è la personalizzazione e il
riuscire a farla anche su volumi non enormi”, ha spiegato Rosario
Moscato, direttore della divisione Mobile devices di Zte Italia,
spiegando il tasso di crescita del 150% registrato in Europa.
Proprio il Vecchio Continente, assieme agli Usa, ha registrato lo
scorso anno la quota maggior di ricavi sui mercati esteri, pari al
21% (circa 2 miliardi). Una percentuale su cui a sua volta
l’Italia pesa per circa il 10%: un peso non indifferente, dovuto
anche ad alleanze come quella con PosteMobile, che Zte ha anche con
altri operatori come Vodafone.