Accordo raggiunto tra Vodafone e Vivendi: il colosso telecom
britannico cederà al gruppo dei media francese la sua
partecipazione del 44% in Sfr per 7,95 miliardi di euro,
un'operazione che consente a Vivendi di salire al 100% della
sua controllata più grande e redditizia.
La cifra pagata, che
attribuisce a Sfr, secondo operatore mobile francese, un enterprise
value di 6,2 volte l'Ebitda 2010, si colloca nella parte alta
delle stime degli analisti e include 200 milioni di euro di
dividendi Sfr che saranno pagati a Vodafone. La transazione
dovrebbe essere finalizzata entro la fine di giugno.
Vodafone ha annunciato che restituirà ai propri azionisti 4
miliardi di sterline di proventi netti della transazione tramite un
buy-back, mentre il resto dell'incasso verrà destinato
all'abbattimento del debito del gruppo.
Il prezzo per Vodafone è “molto più alto delle attese”,
conferma Robin Bienenstock, analista di Sanford C. Bernstein & Co.
a Londra: tipicamente le valutazioni su mercati telecom maturi sono
di circa 5,1-5,3 volte l’Ebitda 2010, perciò “Vodafone e i
suoi azionisti hanno concluso un buon affare”, afferma
Bienenstock.
Molto soddisfatto anche Jean Bernard Levy, chief executive di
Vivendi, che da tempo desiderava salire al 100% di Sfr e che ora si
attende per il gruppo, con il completamento dell’accordo, un
forte aumento dei profitti – il che permetterà anche di alzare i
dividendi per gli azionisti.
Vivendi non ha più effettuato grosse acquisizioni esterne da fine
2009, quando ha assunto il controllo dell’operatore telefonico
brasiliano Gvt – ora la divisione a più rapida crescita del
gruppo – per 4,2 miliardi di dollari. Levy ha detto che la
priorità di Vivendi è salire al pieno controllo degli asset
esistenti, come Sfr (che ha rappresentato il 43% delle vendite
totali di Vivendi lo scorso anno e conta 21,3 milioni di abbonati)
e Canal Plus, l’operatore della pay tv.
Vittorio Colao, il chief executive di Vodafone, sta invece cercando
di snellire il suo gruppo liberandosi delle partecipazioni di
minoranza, come già fatto in Cina e Giappone. La vendita della
quota di Sfr è per ora l’operazione di maggiore entità, ma,
calcola Bloomberg, da settembre a oggi il colosso britannico ha
venduto asset non strategici per un valore complessivo di 22,8
miliardi di dollari.