Monitorare i gas serra. Accenture scende in campo

Grazie all’intesa con Cdp la società di consulenza curerà per i prossimi tre anni l’Italy Investor Report che misura le emissioni di CO2 delle più importanti aziende italiane

Pubblicato il 07 Apr 2011

Un’intesa “per” l’ambiente. Accenture ha chiuso un accordo
pluriennale con l’associazione internazionale no profit Cdp
(Carbon Disclosure Project) per la realizzazione del “Cdp – Italy
100 Investor Report 2011”, lo studio che valuta l’emissione dei
gas effetto serra delle aziende italiane e le loro politiche di
sostenibilità.

Obiettivo del report, che Accenture stilerà annualmente per Cdp
fino al 2013, è fornire un'analisi dettagliata delle risposte
al questionario Cdp che indicano le tendenze e gli sviluppi
importanti del ruolo delle politiche volte alla riduzione delle
emissioni delle aziende italiane. Il questionario è stato inviato
lo scorso febbraio alle prime 100 società italiane per
capitalizzazione di mercato appartenenti a tutti i settori.
I risultati saranno presentati il prossimo novembre.
“La consapevolezza del valore della salvaguardia ambientale nelle
aziende e l’attenzione da parte degli investitori istituzionali
ai rischi e alle opportunità relative ai cambiamenti climatici –
spiega Mauro Marchiaro, responsabile
Sustainability di Accenture rendono l’annual report di Cdp uno
strumento unico nel mercato, un’analisi di riferimento per tutti
gli stakeholder privati e pubblici. Siamo lieti di poter
contribuire con le competenze che Accenture ha sviluppato nel
settore della sostenibilità per la realizzazione dell’annual
report di Cdp, realizzando un documento al servizio del mercato e
dei nostri clienti.”

Il report valuterà anche le altre politiche di sostenibilità
seguite dalle aziende tenendo conto di diversi parametri, come ad
esempio la presenza all’interno della governance di un’azienda
di una figura dedicata alla sostenibilità e l’esistenza a
livello aziendale di indicatori di misurazione circa le performance
legate alla sostenibilità. Focus anche sulla questione della
sensibilizzazione degli investitori sulle conseguenze positive
della sostenibilità sulle performance aziendali, che consentono di
sviluppare la fiducia degli stakeholder.

“Il report – puntualizza Diana Guzman, director
Souther Europe di Cdp – contribuisce ad aumentare la trasparenza
sui livelli di rischio di investimento legati al clima, ma anche a
guidare gli investimenti verso una economia a basse emissioni. Il
suo valore si riflette anche a supporto degli adeguamenti sempre
più stringenti che le aziende si trovano a dover ottemperare in
base a obblighi regolamentari relativi alla restrizioni delle
emissioni (Ets). L’esperienza e le competenze di Accenture
contribuiranno a far maturare ulteriormente uno strumento già oggi
riconosciuto a livello internazionale.”

Carbon Disclosure Project (Cdp) è un’organizzazione indipendente
senza fini di lucro che detiene il database più esteso al mondo di
dati relativi al tema del cambiamento climatico, provenienti dalle
maggiori aziende del mondo, raccolte per conto di 551 investitori
istituzionali, avendo 71 miliardi di dollari di attivi in gestione.
Nel 2010, sono state più di 3000 le aziende in 60 paesi in tutto
il mondo che hanno risposto al questionario Cdp. Il Cdp mette
queste informazioni al centro del processo decisionale per quanto
riguarda le finanze e le politiche e il suo obiettivo è di
raccogliere e distribuire informazioni di alta qualità che
motivano investitori, corporazioni e governi ad agire per prevenire
un pericoloso cambiamento climatico.

L’accordo con Cdp è solo l’ultimo degli impegni che Accenture
assume sulle tematiche legate alla sostenibilità e al cambiamento
climatico. Collabora infatti con il World Economic Forum, con il
quale ha realizzato numerose ricerche sul tema della
sostenibilità, e con United Nations Global Compact, con cui ha
stilato lo scorso anno la più vasta ricerca tra top executive
sulla sostenibilità interpellando oltre 750 Ceo di tutto il
mondo.

Secondo una sua recente analisi, condotta attraverso un campione di
aziende a livello mondiale, il 40% massimizza il valore che deriva
dai programmi di sostenibilità, il 10% elabora degli indicatori
per misurare i risultati del programma mentre il 40% trasforma il
risparmio in valore. Solo il 5% delle aziende comunica questo
valore al mercato; vi sono, pertanto, significativi spazi per
trasformare i risparmi derivanti dai programmi di sostenibilità e
le ricadute reputazionali in valore per gli azionisti, oltre che
– naturalmente – verso l’ambiente.
Un altro recente studio realizzato da Accenture e Barclays stima in
2.900 miliardi di euro gli investimenti necessari per lo sviluppo,
acquisizione e implementazione in tutta Europa delle tecnologie che
entro il 2020 contribuiranno alla riduzione delle emissioni di CO2
rispetto ai valori del 1990, pari a un abbattimento di 2,2 miliardi
di tonnellate di CO2.

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