Bocciata l’idea di affidare direttamente a Sogei l’appalto per il monitoraggio della messa a regime del sistema di tracciabilità dei rifiuti (Sistri), in supporto al ministero dell’Ambiente. Lo stop arriva direttamente da Raffaele Cantone. Lo scrive il Sole 24 Ore ricordando che il nuovo Sistri dovrebbe partire a pieno regime nel 2017, sulla base della concessione da 260 milioni vinta da Telecom, Almaviva con Agriconsulting.
La richiesta di procedere con l’in house si basava su un parere del 2015 con cui l’Avvocatura dello Stato ammetteva “la possibilità per un ministero di affidare in maniera diretta all’ente partecipato al 100% da un altro ministero un appalto di servizi, senza ricorso alla disciplina comunitaria di evidenza pubblica”.
Ma per Anac le cose non stanno così. L’esperienza comunitaria individua due tipi di affidamento in house: quello verticale (affidamento senza gara di un ente pubblico a una società strumentale e viceversa) e quello orizzontale che legittima le assegnazioni tra due società pubbliche controllate da un unico ente. Nessuno dei due modelli – secondo Cantone – è riferibile all’appalto ministero Ambiente-Sogei sul Sistri. Sia perché l’Ambiente non è soggetto al controllo analogo dell’Economia, come avviene per Sogei – si esclude, dunque, la in house orizzontale – sia perché tra i due enti non esiste alcun rapporto e non ci sono le basi per riconoscerla come in house verticale.
Il parere di Anac potrebbe sbarrare la porta anche ad altri affidamenti di questo tipo. “Un ministero – si legge infatti nel parere – non può essere considerato a priorio come soggetto in house di un altro dicastero e addirittura dell’intera amministrazione statale”. A meno che la deroga non sia prevista con una legge ad hoc.