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Premium, la grande “orfana” della pay tv: riparte la caccia ai partner

Mediaset riapre la partita dopo l’affaire Vivendi. Spunta la possibilità di un asse con Netflix, forte dell’accordo commerciale dei diritti mondiali sulla fiction su Papa Francesco. Smentita l’ipotesi di un coinvolgimento di Telecom spinta da Bolloré

Pubblicato il 02 Dic 2016

Spunta l’ipotesi di alleanza tra Mediaset e Neflix. Secondo Il Sole24Ore, infatti, il braccio di ferro tra Mediaset e Vivendi sulla contesa pay-tv “potrebbe diventare una triangolazione con il colosso americano delle serie tv”. Intanto il Biscione ha presentato una mini serie tv, in due serate, che si chiamerà “Francesco”, sulla vita del Papa quando era ancora soltanto il cardinal Bergoglio a Buenos Aires.

Una mossa che vuole accreditare il gruppo italiano come un produttore nella ricca arena delle serie tv, dove si stanno lanciando tutti. E sarà proprio Netflix a distribuire la fiction sul Santo Padre in tutto il mondo. Tranne che nel Vecchio Continente. Gli americani avrebbero voluto l’esclusiva per tutti e cinque i continenti, ma all’epoca il Biscione aveva firmato il contestato accordo con Vivendi e la serie Francesco sarebbe stata conferita nella nuova piattaforma pay tv europea che Berlusconi e Bollorè avrebbero dovuto fare con Premium.

A questo punto potrebbe farsi sotto la stessa Netflix per prendersi anche i diritti mancati. E l’accordo commerciale potrebbe spianare la strada a una collaborazione più ampia: con Premium ancora da “piazzare”, altri player internazionali potrebbero essere la carte vincente per far uscire l’azienda dall’impasse.

Spunta l’ipotesi di alleanza tra Mediaset e Vivendi. Secondo Il Sole24Ore, infatti, il braccio di ferro tra Mediaset e Vivendi sulla contesa pay-tv “potrebbe diventare una triangolazione con il colosso americano delle serie tv”. Intanto il Biscione ha presentato una mini serie tv, in due serate, che si chiamerà “Francesco”, sulla vita del Papa quando era ancora soltanto il cardinal Bergoglio a Buenos Aires.

Una mossa che vuole accreditare il gruppo italiano come un produttore nella ricca arena delle serie tv, dove si stanno lanciando tutti. E sarà proprio Netflix a distribuire la fiction sul Santo Padre in tutto il mondo. Tranne che nel Vecchio Continente. Gli americani avrebbero voluto l’esclusiva per tutti e cinque i continenti, ma all’epoca il Biscione aveva firmato il contestato accordo con Vivendi e la serie Francesco sarebbe stata conferita nella nuova piattaforma pay tv europea che Berlusconi e Bollorè avrebbero dovuto fare con Premium.

A questo punto potrebbe farsi sotto la stessa Netflix per prendersi anche i diritti mancati. E l’accordo commerciale potrebbe spianare la strada a una collaborazione più ampia: con Premium ancora da “piazzare”, altri player internazionali potrebbero essere la carte vincente per far uscire l’azienda dall’impasse.

Intanto ieri erano circolate voci su una possibile disponibilità di Bolloré a sedersi di nuovo al tavolo con Mediaset, a patto che ci fosse anche Telecom. L’idea sarebbe stataquella di partecipare per un terzo ciascuno al capitale di Premium. Voci subito smentite da ambienti vicini a Telecom e anche dallo stesso Bolloré.

“A seguito di notizie apparse oggi sulla stampa, il gruppo Vivendi e Vincent Bolloré con una – si legge in una nota – smentiscono categoricamente qualunque indiscrezione relativa ad operazioni con Mediaset Premium e a un eventuale e possibile coinvolgimento di Telecom Italia”.

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