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La guerra di Premium: blitz di Vivendi su Mediaset, Bollorè punta al 20%

Dura replica di Fininvest: “Vera e propria scalata ostile”. I francesi salgono al 3%, ma puntano a salire ancora: “Vogliamo creare in Europa un gruppo primario nel settore dei media e dei contenuti”

Pubblicato il 13 Dic 2016

Tra Vivendi e Mediaset è ormai guerra senza esclusione di colpi. Il gruppo controllato tramite Fininvest dalla famiglia Berlusconi ha infatti saputo soltanto dal comunicato stampa, a fatti avvenuti, dell’ingresso del gruppo francese nel capitale di Mediaset: si tratta per ora del 3,01% delle azioni del biscione, comprate direttamente sul mercato azioni, ma l’obiettivo è di salire “in base alle condizioni del mercato” a una quota, “in un primo tempo”, compresa tra il 10 e il 20%.

La mossa del gruppo guidato da Vincent Bollorè, che detiene tra l’altro il 24% di Telecom Italia, è stata accolta dal management di Fininvest come un attacco, un tentativo di portare a termine “una vera e propria scalata ostile”. Il “voltafaccia” dei francesi sull’accordo strategico firmato in primavera per l’acquisizione di Premium, sottolinea Fininvest in una nota, “faceva parte di un disegno ben preciso” per “creare le condizioni per far scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset”.

Spiegando la propria decisione del blitz su Mediaset Vivendi afferma di averla presa dopo che la prevista acquisizione di Mediaset Premium “ha malauguratamente fatto sorgere un contenzioso tra Vivendi e Mediaset” e dopo che “Mediaset e il suo azionista Fininvest non hanno accettato le proposte di Vivendi finalizzate a trovare una soluzione amichevole per risolvere la controversia”.

Da qui la decisione del gruppo media guidato da Arnaud de Puyfontaine dit trovare una nuova strada per raggiungere l’obiettivo di “sviluppare la propria attività nell’Europa meridionale”, in linea con le proprie ambizioni strategiche quale primario gruppo internazionale con sede in Europa nel settore dei media e dei contenuti”. Vivendi aveva siglato un accordo con Mediaset in aprile in vista di una partnership strategica e industriale, che prevedeva diverse iniziative e l’acquisto del 3,5% del gruppo italiano, oltre al 100% di Mediaset Premium, in cambio del 3,5% del capitale sociale di Vivendi. L’alleanza è successivamente andata in stallo alla fine di luglio, con il passo indietro di Vivendi, che ha annunciato di non voler più rilevare la totalità di premium, ma di volerne acquisire il 20%, puntando nel contempo a ad acquisire il 15% di Mediaset in tre anni. Ne è nato un contenzioso legale, con Mediaset che accusa Vivendi di essersi tirata indietro da n patto che era vincolante, e i francesi che controbattono affermando che il reale valore di Premium non fosse quello prospettato in primavera.

Nel comunicato di replica Fininvest sottolinea come Bollorè e Vivendi abbiano “mostrato quelli che erano fin dall’inizio i loro veri progetti su Mediaset. L’accordo strategico raggiunto in primavera e seguito pochi mesi dopo dall’incredibile voltafaccia, con la violazione di un contratto preceduto da lunghe e dettagliate trattative e assolutamente vincolante, facevano parte di un disegno ben preciso che Vivendi svela con la mossa odierna: creare le condizioni per far scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset e lanciare a prezzi di sconto quella che si presenta come una vera e propria scalata ostile. Senza avere neppure la decenza di risparmiarsi l’ipocrita giustificazione di voler portare avanti quel progetto industriale che con motivazioni assurde solo pochi mesi fa Vivendi aveva calpestato. Ma Vivendi deve sapere che Fininvest non intende arretrare neppure di un passo dalla sua posizione di azionista di riferimento di Mediaset – conclude il comunicato – e che si tutelerà in tutte le sedi e con tutti i mezzi per bloccare quello che ritiene non una normale operazione di mercato ma un gravissimo inganno che delle leggi del mercato fa scempio”.

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