Vacanze di Natale al fulmicotone sul fronte Italia-Francia nello spericolato gioco a scacchi sui campi delle Tlc e dell’audiovisivo. I giocatori coinvolti sono Vivendi, Mediaset, Telecom Italia. Ma nella partita oggi sembra affacciarsi anche Cassa depositi e prestiti. A cui, secondo indiscrezioni e scenari ricostruiti sulla stampa, potrebbe essere affidato un ruolo forte per riportare il pallino in mano all’Italia sui fronti più strategici. La premessa è rappresentata dai vincoli imposti dalla legge Gasparri (Agcom ha aperto un’istruttoria a riguardo) che vietano a Vivendi di detenere il controllo contemporaneo di Telecom e di Mediaset. Secondo gli scenari prospettati Cdp potrebbe rappresentare la carta per riportare sotto il controllo pubblico le infrastrutture di rete e scongiurare cessioni a operatori stranieri (si parla di Orange – ex France Telecom, pubblica al 23,16% – ma anche di Iliad).
Ipotesi 1: Cdp “pareggia” la quota di Vivendi. Secondo la ricostruzione del quotidiano la Stampa il governo sarebbe pronto a far entrare Cdp in Telecom, “pareggiando” la quota di Vivendi nel gruppo telefonico. Una mossa per costringere Bollorè a trattare sulla scalata a Mediaset e scongiurare la vendita a Orange (o altri) della partecipazione di Vivendi in Telecom.
Ipotesi 2: Cdp rileva la quota di Vivendi. Cpd, scrive Il Sole 24 Ore, rileva la quota del 24% che il gruppo francese detiene in Telecom (circa 2,5 miliardi di euro). L’effetto è sbarrare la strada a un eventuale ingresso di Orange. Vivendi potrebbe concentrarsi sulla scalata a Mediaset senza infrangere i limiti della Gasparri.