Fastweb contro Metroweb. In piena asta per le vendita delle rete in
fibra di Milano – scrive il Sole 24 Ore – l’operatore reclama
di subire un danno sui prezzi che paga per l’affitto
dell’infrastruttura. A questo propositi sono in corso dei
contatti per risolvere la questione con una revisione delle
condizioni contrattuali. Fastweb, insomma, chiede una revisione al
ribasso delle tariffe.
La controversia potrebbe avere – sottolinea in quotidiano –
ripercussioni sulla valutazione della società, trasformandosi in
una “tegola” sulla testa di Stirling Square, il fondo inglese
che ha comprato la rete in fibra di Milano e che ora l’ha messa
in vendita.
Se Fastweb, cliente più importante di Metroweb, avesse ragione a
reclamare uno sconto sul prezzo di affitto – azzarda il Sole –
il valore dell’asta, oggi fissato sui 430-450 milioni, potrebbe
diminuire.
Le rivendicazioni dell’operatore a banda larga traggono spunto
dalla “clausola di miglior favore” inserita nel contratto
firmato con Metroweb nel 2003, che prevedeva per il cliente più
favorito un prezzo più basso per l’affitto rispetto ad altri
operatori. Ma Fastweb oggi dubita che la clausola sia rispettata e
che, al contrario, Metroweb avrebbe favorito Telecom Italia.
Ma negli uffici di Metroweb sono ottimisti dato che – ricorda
ancora il Sole 24 Ore – la controversia non è considerata
“critica”, visto che la suddetta clausola si applica a parità
di segmenti di rete e, quindi, il miglior prezzo va letto in senso
relativo al segmento di appartenenza. Inoltre i manager confidano
in una risoluzione pacifica, forti anche del parere richiesto ad
Analysis Mason sulla questione.
In gara per comprare la fibra milanese ci sono il fondo F2i
affiancato da Intesa Sanpaolo, gli investitori francesi Axa e Antin
più il fondi Clessidra, Wind e Vodafone.