Contratto Tlc, Ugliarolo: “Servono aumenti reali, modello metalmeccanici non funziona”

Il segretario generale della Uilcom spiega a CorCom perché si è arenata la trattativa con Asstel sul rinnovo: “Non siamo disponibili a concordare una soluzione in cui la crescita della retribuzione scatta solo con l’aumento dell’inflazione”. E su Almaviva: “Petizione tra i lavoratori per firmare l’accordo anche per la sede di Roma”

Pubblicato il 27 Dic 2016

“Non è pensabile rinnovare il contratto nazionale delle Tlc senza inserire aumenti reali”. Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom, spiega a CorCom perché si è arenata la trattativa con Asstel sul rinnovo del Ccnl, scaduto due anni fa.

Perché avete rotto con Asstel?

Come sindacato, d’accordo con Slc e Fistel, abbiamo rigettato l’idea che gli aumenti contrattuali fossero in qualche modo dati “a consuntivo”. Da parte di Asstel abbiamo infatti rilevato un forte interesse per un modello contrattuale che ricalca quello dei metalmeccanici.

Ma quel modello prevede aumenti di 92 euro, comprensivi di welfare e busta paga. Tanto da essere stato più volte portato come esempio di concertazione. Perché non vi convince?

Perché si tratta di aumenti fittizi erogati ex post, nel mese di giugno, in base all’inflazione relativa all’anno precedente. Stiamo parlando di aumenti salariali che potrebbero esserci, non che ci sono effettivamente. Noi invece crediamo che gli aumenti debbano essere reali. Dunque, se il modello di riferimento è questo, non siamo disposti a discutere nemmeno sul resto: a cominciare dal ruolo che può svolgere la contrattazione di secondo livello dove, invece, c’è una convergenza maggiore. Finora abbiamo attuato rinnovi sulla base di aumenti veri e così siamo intenzionati a fare anche in questo caso. Poi c’è da rilevare che la trasposizione di contratti nazionali da un settore all’altro non paga: ogni comparto ha le sue specificità e, onestamente, faccio fatica a pensare che quello che funziona per il lavoratori della manifattura possa funzionare altrettanto bene per il comparto delle telecomunicazioni.

Voi cosa avete proposto?

In base alla piattaforma contrattuale unitaria di Slc, Fistel e Uilcom abbiamo provato a ragionare su un aumento del 7%-8% che comprenda aumenti salariali veri e propri, welfare e contributi. E il tema delle pensioni è particolarmente delicato: il settore ha un fondo pensione proprio – il fondo Telemaco – praticamente fermo a 15 anni fa. La trattativa sul rinnovo poteva essere un’occasione anche per intervenire su quel fronte.

In queste settimane la vertenza Almaviva ha tenuto banco. Il risultato è stato che la sede di Roma andrà verso la chiusura. Ci sono possibilità di evitare il peggio?

Giù all’indomani del mancato accordo come Uilcom abbiamo lanciato una petizione tra i lavoratori Almaviva per sostenere la firma dell’intesa anche per la sede di Roma. Finora abbiamo raccolto oltre 600 firme, contiamo di arrivare a 800 entro le prossime ore. Se così fosse, si tratterebbe della metà dei lavoratori della Capitale (la sede romana ne conta oltre 1666 ndr) e vorrebbe dire che i lavoratori, al di là come hanno votato i delegati sindacali, sono pronti a firmare.

Ma ci sono margini per intervenire davvero? I tempi sono stretti dato che dal 1° gennaio inizia la dismissone del sito…

I tempi sono strettissimi è vero. E sono già partite le prime lettere, ma non ci arrendiamo. Faremo pressing su azienda e governo finché ci sarà consentito.

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