La scalata di Vivendi su Mediaset “rischia di paralizzare la governance di una azienda importante in un settore delicato”. È quanto sostiene il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che in un’intervista a La Stampa torna sulla salita fulminea di Bolloré nel capitale della compagnia televisiva della famiglia Berlusconi.
“Dobbiamo rispettare le regole del mercato, accettare il caso spesso positivo e normale che uno straniero acquisti una azienda italiana. Ciò che non è normale, però, è come si sono verificati i fatti sinora – aggiunge Calenda -. È stato tutto molto opaco e le intenzioni poco chiare”. Il parere negativo espresso dal Governo “sui metodi” dell’operazione finanziaria della media company francese “non vuol dire che intendiamo stravolgere le regole del mercato. O che ci sarà un intervento pubblico”.
La partita si gioca lungo l’asse Milano-Parigi ma non solo, visto che negli ultimi giorni si sono rincorse diverse indiscrezioni sul coinvolgimento di Telecom Italia. Ci sono però da fronteggiare eventualmente i vincoli imposti dalla legge Gasparri (Agcom ha aperto un’istruttoria a riguardo), che vietano a Vivendi di detenere il controllo contemporaneo di Telecom e di Mediaset.
Secondo gli scenari prospettati dalla stampa negli ultimi giorni della scorsa settimana potrebbe entrare in gioco anche Cdp, in qualità di carta per riportare sotto il controllo pubblico le infrastrutture di rete e scongiurare cessioni a operatori stranieri (si parla di Orange – ex France Telecom, pubblica al 23,16% – ma anche di Iliad).
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