LA SCALATA

Mediaset-Vivendi, spunta l’ipotesi di un’Opa “amichevole”

Secondo gli analisti di Natixis un’offerta di acquisto sulla Tv e su Mediaset Spagna, seguita dal trasferimento del 51% del business in chiaro a Fininvest, potrebbe sbloccare l’impasse. Sullo sfondo l’attenzione vigile del Governo e l’attesa per l’istruttoria Agcom

Pubblicato il 03 Gen 2017

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Prima un’Opa “amichevole” su Mediaset e Mediaset Spagna, poi il trasferimento del 51% delle televisioni in chiaro a Fininvest. Potrebbe essere questa la strategia di Vivendi per disinnescare la miccia accesa con la salita fulminea nel capitale della compagnia italiana della famiglia Berlusconi. A ipotizzare un simile scenario è Natixis, banca d’affari transalpina che ha aiutato il gruppo guidato da Vincent Bolloré a costruire la sua posizione del 28,8% in Mediaset.

Una soluzione che, spiega l’istituto, permetterebbe alla famiglia Berlusconi di continuare a gestire le sue storiche televisioni e alla media company francese di consolidare i restanti asset (pay-tv, produzione e diritti), alleandosi con Fininvest nella gestione delle televisioni in chiaro per superare gli ostacoli regolatori. Le stime di Natixis prevedono per quest’operazione un investimento iniziale di 2,8 miliardi da parte del Gruppo guidato da Bolloré. “Questo non è altro che uno scenario in questa fase, ma sembra credibile in quanto risolverebbe molti problemi”, specificano gli analisti della banca citati da Bloomberg.

Nei giorni scorsi è circolata anche lo scenario di un pressing in aumento da parte di Vivendi nell’ottica per ottenere la convocazione dei soci Mediaset, così da forzare un accordo strategico dopo la salita. Ipotesi che secondo il Sole24Ore starebbe perdendo quota, a vantaggio di di un’attesa per la prossima assemblea di bilancio Mediaser prevista in primavera. Tempo che i francesi dovrebbero spendere a convincere la maggioranza dei presenti a sposare i progetti della media company.

Gli ostacoli all’individuazione di una soluzione senza intoppi legali e regolatori effettivamente non mancano, come dimostra la recente apertura di un’istruttoria da parte dell’Agcom e l’ultimo Osservatorio dell’Antitrust che, pur non citando apertamente il caso Mediaset-Vivendi, elenca le criticità per famiglie, emittenti e telco più piccole che possono verificarsi in caso di merger. Sullo sfondo c’è l’attenzione vigile del Governo, che per bocca del premier Paolo Gentiloni ha comunque escluso l’esercizio del golden power, ossia dei “poteri speciali” a disposizione dell’esecutivo nei confronti delle società che svolgono attività o detengono asset di rilevanza strategica: “Esistono autorità indipendenti che se lo riterranno potranno porsi questo problema. Il nostro è un parere politico, che comunque pesa”, ha spiegato Gentiloni nella tradizionale conferenza stampa di fine anno.

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