Le autorità cinesi mapperanno i 17 milioni di cellulari di
Pechino, triangolando con le celle telefoniche, per regolare il
traffico privato e pubblico. Si levano le consuete litanie sul
Grande Fratello con occhi a mandorla, sebbene da noi tali
tecnologie siano ben più avanzate, invasive e talvolta feroci. In
Occidente la navigazione di precisione (l’altra faccia della
tracciabilità) non ha più il vincolo Gcp (Ground Control Point),
integrando il Dgps (Differential Global Positioning System) e
l’Ins (Inertial Navigation System). Tripwire scrisse anni fa che
i soldati Usa danno e ricevono dati informativi in tempo reale,
insieme a immagini ad alta definizione su schermi palmari od
olografici.
Pechino è lontana dai risultati statunitensi ma può
“georeferenziare” a scopo difensivo il proprio territorio.
Ricordiamo che “georeferenziare” è una delle missioni
prioritarie delle forze speciali, per designare gli obiettivi di
bombe e missili intelligenti, introducendosi nelle zone da
assaltare prima dell’avvio ufficiale delle operazioni militari,
utilizzando tutte le informazioni (immagini raster, relativi pixel
ed elementi vettoriali). A quelli che si preoccupano di Pechino,
ricordiamo che Google Maps è un sistema georeferenziato.
Nel frattempo gli Usa s’avvedono che l’hi-tech militare è
utile solo se vi sono soldati in quantità, come capita alla Cina.
Sono qui le inquietudini, sapendo che la mappa georeferenziata non
basta per la guerra?
In quanto a noi, correva luglio 2010, il Campidoglio assicurò che
avremmo dimenticato le code e trovato i parcheggi grazie agli
smartphone georeferenziati con sensori intelligenti. E se Pechino
arrivasse prima?