CALL CENTER

Almaviva, Zingaretti: “Pronti a finanziare riqualificazione lavoratori”

Il governatore della Regione scrive a Poletti e Calenda: “Le nostre risorse e competenze per fare fronte al disagio sociale determinato dalla chiusura del call center di Roma”. E rilancia: “Servono politiche attive”. Intanto a Palermo monta la protesta per i trasferimenti a Rende

Pubblicato il 09 Gen 2017

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Zingaretti in campo per i lavoratori Almaviva. “La Regione Lazio, come ha ripetutamente affermato durante la vertenza, è pronta a finanziare piani di riqualificazione e formazione professionale e a mettere a disposizione le proprie competenze e le risorse per far fronte al disagio sociale che l’esito negativo della vertenza (Almaviva ndr) ha determinato per i nostri territori”. E’ quanto si legge nella lettera che il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha inviato al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, al presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e alla vice ministro Teresa Bellanova.

Un appello che arriva dopo mesi di intense trattative per evitare il pericolo di licenziamenti da parte dell’azienda Almaviva. “Nei mesi scorsi – scrive Zingaretti – abbiamo lavorato duramente al fine di scongiurare i licenziamenti annunciati dalla società Almaviva Contact e garantire la continuità occupazionale e la tenuta del reddito dei lavoratori in essa impiegati. Tuttavia l’esito della vertenza, come è noto, ha comportato la chiusura di Almaviva Contact nella sede di Roma e il conseguente licenziamento di 1.666 lavoratori. Tale esito negativo impone di pianificare un programma di politiche attive per il lavoro dedicato ai lavoratori ora disoccupati della regione Lazio”.

“Grande è stato lo sforzo del Governo, che ringrazio fermamente – continua il Presidente – per aver messo in campo misure utili per combattere il fenomeno delle delocalizzazioni che da anni insiste nel settore del call center e per finanziare ammortizzatori sociali. Non possiamo rassegnarci e lasciare sole centinaia di persone che hanno perso il lavoro e se davvero la vicenda è chiusa occorre attivarsi per aprire un’altra fase. Da noi massima disponibilità”.

“Faccio appello – conclude Zingaretti – allo spirito di leale collaborazione che negli ultimi anni ha contraddistinto il rapporto tra lo Stato e le Regioni per chiedere di elaborare insieme le migliori politiche di accompagnamento attivo nel mercato del lavoro anche attraverso l’utilizzo in via sperimentale dell’assegno di ricollocazione dedicato al bacino dei lavoratori dipendenti dalla suddetta società”.

Intanto il fronte call center continua a scaldarsi anche in Sicilia. Si è svolto stamattina davanti ai cancelli della sede di Almaviva Contact di via Marcellini a Palermo il presidio con i 60 lavoratori di Almaviva sono assorbiti da Exprivia e destinati al trasferimento a Rende da mercoledì. Alla manifestazione, indetta per opporsi ai trasferimenti, che si tradurrebbero in licenziamenti in caso di mancata presentazione, ha partecipato un centinaio di lavoratori.

Domattina si terrà un presidio spontaneo davanti alla sede di Enel, in via marchese di Villabianca, e dopodomani davanti alla sede di Exprivia. “I lavoratori hanno passato un Natale amaro, con le lettere dei trasferimenti in tasca, nel silenzio completo delle istituzioni nazionali – afferma Rosalba Vella, Rsu Slc Cgil Palermo di Almaviva – Questo silenzio non può durare oltre. E’ inaccettabile che dopo due richieste di incontro il governo nazionale non abbia battuto ciglio e siamo ancora in attesa di una convocazione”.

La Slc Cgil Palermo oggi ha sollecitato la richiesta di incontro al Mise. “Chiediamo che si chiarisca finalmente questa farsa del trasferimento. Se non arriva un segnale, continueremo con le manifestazioni di lotta – dice il segretario provinciale Slc Cgil Maurizio Rosso – Pensavamo, e continuiamo a pensare, che sia arrivato il momento di parlare di uno sviluppo industriale di questo settore, con i propositi discussi al Mise, una regolamentazione precisa e chiara e un fondo dedicato per creare occupazione stabile e strutturata. Non permetteremo che si giochi con la vita dei lavoratori: l’attività del call center può essere svolta da qualsiasi parte mondo, e’ il lavoro che si trasferisce, non i lavoratori, soprattutto a basso reddito. Abbiamo aperto gia’ una discussione con il sindaco di Palermo. Chiediamo che la Regione, assente finora come un fantasma, si occupi di questa vicenda. E pretendiamo un tavolo al Mise. I lavoratori non possono scioperare in eterno: il ministero ha l’obbligo di intervenire e tracciare la strada per questo settore, sempre più in espansione, richiamando le aziende al rispetto delle regole”.

Per segretario della Uilcom Sicilia, Giuseppe Tumminia, “è una situazione paradossale, sono lavoratori in ostaggio e senza soldi nonostante un accordo sindacale. Chiediamo che questa vertenza si concluda al più presto, che le aziende rispettino gli impegni per risolvere una situazione drammatica e non più sostenibile”.

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