“È stata una gara, ognuno ha giocato la propria partita”. L’amministratore delegato di Open Fiber, Tommaso Pompei, ha approfittato della presentazione della copertura del primo 50% della rete in fibra ottica realizzata da OF a Perugia per rispondere alle polemiche sollevate dall’aggiudicazione dei 5 lotti della gara http indetta da Infratel in sei regioni a fallimento di mercato.
“Sono state aperte e buste ed è stato definito un punteggio. Come è previsto dalla prassi, la stazione appaltante verificherà la congruità dell’offerta”, ha aggiunto Pompei.
“Noi siamo totalmente disponibili a fornire le informazioni necessarie per dimostrare la congruenza delle nostre offerte. Aspettiamo con serenità. Ma siamo anche pronti a rispondere alla marea di ricorsi che ci sarà”, ha messo le mani avanti Pompei rispetto ad un prevedibile contenzioso fatto di ricorsi a Tar e Consiglio di Stato cui cronache recenti e passate ci hanno ormai abituati nel settore delle telecomunicazioni, dove la regulation by litigation sembra ormai diventata un must irrinunciabile.
Pompei si dice “sereno” e nega che vi siano state “anomalie” nella presentazione delle offerte. “La procedura di verifica è espressamente prevista anche dal Codice degli Appalti quando un’offerta supera un certo livello di punteggio come è avvenuto nel nostro caso”.
E la super-vittoria nei cinque lotti? “Evidentemente i nostri ingegneri sono più bravi”, taglia corto l’Ad di Open Fiber.
Oltre a Open Fiber, le polemiche hanno coinvolto anche la commissione aggiudicatrice, accusata di essersi presa soltanto un paio di settimane per esaminare un insieme di 120 progetti su sei aree regionali diverse, 3.000 pagine di presentazione, 44 documenti tecnici e 1.4 miliardi di fondi pubblici da assegnare.
In realtà, si fa notare, non c’è stata nessuna analisi “manuale” dei documenti. Come ormai avviene da qualche tempo, tutta la documentazione viene presentata dai partecipanti alle gare in formato elettronico così da consentire ad una piattaforma software “intelligente” di analizzare tutti i dati inseriti ed “estrarre” alla fine il risultato finale con la graduatoria di gara. Nel mare magnum della burocrazia cartacea italiana, vi sono anche delle novità digitali. Anche se, ovviamente, spetta ora alla stazione appaltante stabilire se le capacità e le condizioni tecnico-economiche di OF sono effettivamente adeguate alle offerte presentate.
Che prima dell’aggiudicazione finale si dovesse passare per una successiva verifica di Infratel era praticamente scritto nel bando di gara, viste le ampie premialità previste per chi si assicurasse il primo posto, sia nell’offerta economica sia in quella tecnica. Un specie di superpremio di maggioranza applicato alle gare per la banda ultralarga che va però confermato da una ulteriore analisi della stazione appaltante.