La commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager sostiene l’Irlanda, in ritardo rispetto alla dead line prevista, nella raccolta dei 13 miliardi di tasse non pagate da Apple a Dublino. Vestager ha ammesso, poco prima dell’incontro con un gruppo di eurodeputati irlandesi, che l’operazione si sta dimostrando “complicata” perché la somma è ingente e perché le autorità fiscali irlandesi stanno ancora facendo i calcoli per cercare di capire effettivamente quanto Apple deve di tasse non pagate.
Lo scorso agosto la Commissione Europea ha deciso che Apple dovrà rimborsare all’Irlanda la cifra record di 13 miliardi di euro in imposte arretrate. Bruxelles può chiedere di recuperare aiuti di stato illegali per un periodo di 10 anni retroattivo a partire dalla prima richiesta di informazioni inviata alla Apple, che è avvenuta nel 2013.
Dublino è stata dunque chiamata a recuperare le tasse non pagate da Cupertino per gli anni che vanno “dal 2013 al al 2014, fino a 13 miliardi di euro più interessi“. Secondo la Ue, il trattamento fiscale riservato alla Apple da Dublino ha consentito al colosso di Cupertino di evitare di pagare le tasse sui profitti generati dalle vendite nell’interno mercato unico Ue, grazie alla decisione presa dalla società di registrare tutte le vendite in Irlanda, invece che nei paesi Ue dove i prodotti erano effettivamente venduti.
Vestager non si è detta affatto preoccupata che la decisione della Ue possa in qualche modo influenzare gli investimenti delle compagnie Usa in Europa. Anzi, ha insistito sulla necessità che l’Irlanda recuperi quei soldi. “Il recupero di quei 13 miliardi non è stato ancora fatto, ma le autorità irlandesi stanno facendo passi avanti – ha sottolineato – E’ difficile da fare perché è una grande somma. Mi rendo conto che si tratta di un compito difficile”.
I primi di gennaio l’Irlanda e Apple avevano cercato di risolvere il problema del pagamento dei 13 miliardi, mettendo i soldi in un conto vincolato in attesa del risultato dei ricorsi presentati separatamente contro la decisione della commissione. Ricorsi che rschiano di avere procedure molto lunghe.
All’epoca della decisione della commissione il governo di Dublino ha reagito furiosamente ai risultati dell’indagine Ue su Apple, provocando la più grande rottura tra l’Irlanda e l’Unione europea. La sentenza ha anche fatto infuriare Washington, che aveva accusato l’Unione europea di prendere di mira ingiustamente aziende statunitensi. A preoccupare Dublino anche la questione dei posti di lavoro: Apple occupa a Cork circa 6mila persone e la sentenza potrebbe avere implicazioni di vasta portata per l’occupazione nel Paese.