E’ necessario un “raccordo molto forte” e un coordinamento tra amministrazione centrale e locale nelle infrastrutture digitali. Lo ha affermato Agostino Ragosa, ex presidente dell’Agenzia per l’Italia digitale, nel corso dell’audizione alla commissione parlamentare Anagrafe tributaria.
Ragosa ha ricordato il censimento commissionato alla fondazione Bordoni da cui era emerso che in Italia vi sono 11mila siti per circa 400 mila metri quadrati di infrastrutture: una dispersione che si rivela inefficiente e costosa. Ad ottobre-novembre è stata assegnata da Consip una delle due gare per iCloud ma, secondo Ragosa, “è necessario un coordinamento centrale per non abbandonare le amministrazioni locali” nella fase di implementazione e utilizzo delle infrastrutture. “Bisogna fare un piano nazionale – ha sottolineato – tenendo conto degli obiettivi europei”. Ragosa ha precisato che la gestione tecnica delle gare non può essere lasciata a Consip, mentre deve essere l’Agid a seguire i progetti tecnici.
“Il tema centrale – ha osservato – è quello delle competenze; al tempo della sua presidenza erano state realizzate delle linee guida ma – ha aggiunto – non si sa che fine abbiano fatto. E’ necessario che l’informazione arrivi a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica – ha detto – perché manca ancora la necessaria consapevolezza sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi di risparmio e efficienza nell’infrastrutturazione digitale. Realizzata la gara Consip – ha aggiunto – va diffusa un’informativa a tutti affinché le amministrazioni possano attivarsi. Agid, Consip e commissario di governo devono quindi lavorare assieme e alla presidenza del Consiglio deve operare una struttura di coordinamento”.
Anche il nuovo Cad spinge sull’accorpamento “informatico” delle PA e la ristrutturazione degli enti e la costituzione di nuovi (ad esempio le città metropolitane), porta alla necessità di definire delle piattaforme comuni accessibili contemporaneamente e nelle stesse modalità da più uffici distribuiti sul territorio. Nello stesso Cad è sancito il principio del Dato Territoriale, superando di fatto il concetto di dato locale, che per molti anni ha obbligato le singole amministrazioni, anche le più piccole, a dotarsi di strutture Ict autonome.
Aggregare, razionalizzare, concentrare, sono concetti semplici che dovrebbero tradursi in efficienza, semplificazione, economie; ma come si fa a rendere concrete queste iniziative?
“La prima osservazione che balza agli occhi è che l’accorpamento aumenta in maniera significativa la complessità di gestione; la seconda, forse ancora più importante, è l’indecisione su chi avrà il compito di gestire i dati da tutti i punti di vista – spiega in suo intervento sul sito FPA, Luca Rea della Fondazione Ugo Bordoni – Altri passaggi fondamentali riguardano la pianificazione programmata delle fasi di razionalizzazione del comparto Ict, che impatta sulle infrastrutture oltre che sui servizi: ; se la direzione è quella dell’accorpamento, le infrastrutture non possono che seguire la stessa strada.
“In generale la centralizzazione operata dalla PA potrà essere realizzata tramite l’adozione dei classici 3 modelli di Cloud Computing: IaaS (Infrastructure as a Service), PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service) – sottolinea Rea – Quello che sarà il tema dominante in tali scelte è la centralizzazione del dato, proprio perché i frammenti di informazione mantenuti dalle molteplici amministrazioni devono confluire in basi di dati centralizzate che avranno un ruolo abilitante nella semplificazione dei processi amministrativi. Lo scopo è quello di individuare un’unica fonte nazionale per ciascun tipo di dato specifico, senza dover rincorrere alle numerose comunicazioni tra uffici e con il vantaggio di diminuire la responsabilità amministrativa del cittadino e degli enti della P.A.
“Sul tema dei servizi viene naturale pensare che la centralizzazione passi dall’adozione del Cloud, più precisamente di piattaforme SaaS: più attori possono infatti accedere alla stesso servizio solo tramite la disponibilità di software centralizzati – conclude l’esperto – La garanzia dei servizi parificati sembra in effetti un nodo cruciale del percorso di ammodernamento intrapreso; l’unificazione e la parificazione dei servizi delle diverse realtà territoriali può infatti colmare discrepanze culturali e tecnologiche contribuendo alla crescita del Paese”.