Regole più stringenti per i call center. L’ultima legge di bilancio approvata dal Parlamento ha introdotto alcune importanti novità, elencate sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
A partire dal 1° gennaio 2017, chi chiama o riceve una telefonata da un call center deve immediatamente sapere in quale Paese si trova l’operatore all’altro capo della cornetta, prima che la conversazione abbia inizio.
Dal 1° aprile 2017, invece, l’operatore del call center collocato al di fuori dell’Unione europea deve poter subito garantire all’utente la possibilità di richiedere che il servizio sia offerto da un operatore presente nel territorio nazionale o in un Paese Ue, trasferendo immediatamente la chiamata.
Gli operatori economici che effettuano attività di call center dovranno iscriversi al Registro degli operatori di comunicazione, tenuto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla quale – si legge sul sito del Mise – vanno fornite “tutte le numerazioni telefoniche messe a disposizioni del pubblico e utilizzate per i servizi di call center”.
Per chi sceglie di localizzare il call center in un Paese extra UE, anche tramite terzi, diventa obbligatorio “darne comunicazione almeno trenta giorni prima del trasferimento” al Ministero del lavoro e delle politiche sociali (nonché Ispettorato nazionale del lavoro), Ministero dello Sviluppo Economico e Garante per la protezione dei dati personali.
Chi ha invece localizzato il call center al di fuori dell’Italia e della UE prima del 1° gennaio 2017, deve comunicare queste informazioni entro il 2 marzo 2017.
Un’altra importante novità riguarda la responsabilità solidale tra committente e gestore del call center: “chi affida il servizio ad un call center esterno – spiega il Mise – è responsabile in solido con il soggetto gestore”, con sanzioni che arrivano “fino a 50mila euro per ogni giornata di violazione e a 150mila per ciascuna comunicazione omessa o tardiva”.