Come arginare il fenomeno delle fake news? E, soprattutto, come garantire la qualità dei contenuti in un contesto “dispersivo” come quello della Rete dove verità fa sempre più rima con posizionamento sui motori di ricerca e sui social network? Deve intervenire il governo? O devono pensarci i professionisti dell’informazione? Questi gli interrogativi che hanno animato il dibattito organizzato a Roma dalla Fieg in concomitanza con la presentazione della nuova edizione del “Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione” di Ruben Razzante, docente alla Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma.
Moderato dalla giornalista Maria Latella, l’evento ha riunito a confronto il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, il presidente dell’Upa (Utenti Pubblicità Associati) Lorenzo Sassoli De Bianchi, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e il padrone di casa Maurizio Costa, presidente della Federazione italiana Editori Giornali, oltre all’autore e docente Ruben Razzante. La disinformazione dilagante, il navigare a vista, la mancanza di modelli editoriali innovativi, la necessità di una deontologia 2.0, il ruolo degli over the top (Google e compagnia) i temi all’ordine del giorno.
“Occorre una grande agenda politico-culturale perché il problema non riguarda solo l’informazione, ma più in generale la tenuta della democrazia”, ha sottolineato Pitruzzella, il quale allerta riguardo ai cambiamenti prossimi venturi. “La quarta rivoluzione industriale cambierà ancora l’informazione – ha detto – A questo punto è bene chiedersi se sia necessaria una risposta di tipo giuridico”. In un’intervista rilasciata al Financial Times a fine 2016 il presidente dell’Antitrust aveva suggerito la creazione di un’Authority di controllo a livello di Unione europea, una sorta di network di agenzie pubbliche per combattere le fake news. Iniziativa che il presidente ha riproposto in occasione del dibattito alla Fieg e che ha fatto il paio con quelle avanzate dal professor Razzante e dal presidente dell’Upa.
“Il governo Gentiloni si faccia promotore di un tavolo di consultazione tra tutti gli operatori della filiera di produzione e distribuzione delle notizie e dei contenuti in Rete, per definire insieme una serie di linee guida finalizzate ad arginare le fake news e a valorizzare l’informazione di qualità”, ha proposto Razzante. Da parte sua Sassoli De Bianchi ha rincarato la dose sulla necessità di un’Autorità a livello europeo: “-. Più forza c’è nella controparte degli over the top, più aumenta il potere negoziale. Nel frattempo si potrebbe realizzare un’autoregolamentazione attraverso l’istituto di autodisciplina pubblicitaria. Potrebbe essere una soluzione rapida ed efficace”. Anche per il numero uno della Fieg Maurizio Costa “una authority per l’autodisciplina potrebbe essere utile”. E Costa accende anche i riflettori sugli over the top: “è un tema che va affrontato e serve una regolamentazione per garantire trasparenza e concorrenza”. Su questo punto ha concordato appieno il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana il quale pur nel riconoscere che “i social e la Rete sono una fonte importante di informazione” ha evidenziato che “Google deve avere le stesse responsabilità di un editore. Servono regole stringenti anche per gli over the top”.