Un’alleanza con il più grande social network al mondo per vincere la guerra alla fake news. L’hanno sugellata 8 tra i più importanti media francesi chiudendo con Facebook un accordo che punta a minimizzare la presenza di false informazioni sulla rete sociale tramite la possibilità di segnalare possibili falsità.
“Il progetto – spiega Le Monde, partner dell’iniziativa con l’Agenzia France-Press, Bfm-Tv, France Televisions, France Medias Monde, L’Express, Liberation e 20 Minutes – consta nel dispiegare prossimamente in Francia un dispositivo simile a quello che è stato messo a punto a dicembre negli Stati Uniti con la partecipazione di cinque media (Abc News, Ap, FactCheck.org, Politifact e Snopes) e che deve prossimamente essere lanciato in Germania con la redazione di Correctiv”.
Il sistema messo a disposizione degli utenti del social permetterà, grazie a una nuova categoria di segnalazione, di rilevare una notizia sospettata di essere falsa. I link segnalati finiscono raccolti in un portale cui hanno accesso i media partner, che possono verificare le informazioni. Se due media stabiliscono che il contenuto è falso, la notizia apparirà agli utenti con un segnalino rosso menzionando che i fact-checker ne contestano la veridicità.
Una finestra di allerta si aprirà anche quando gli utenti condivideranno il link e l’operazione avrà effetto sull’algoritmo che programma la diffusione dei contenuti. “È questo elemento che ci ha convinti – spiega il direttore di Le Monde, Jerome Fenoglio -. Per la prima volta, sarà possibile intervenire su un algoritmo quando il contenuto pone un problema editoriale”. Per il direttore dell’agenzia France-Presse, Michele Leridon, “c’è tutto l’interesse di lavorare assieme gomito a gomito su queste materie”. Al contempo è stato annunciato il lancio di un’altra piattaforma, partecipata da Google e sostenuta da Facebook: CrossCheck, che permetterà al pubblico di segnalare i propri dubbi e raccoglierà le informazioni diffuse da 16 media francesi. Dopo la Francia, rivela Le Monde, “Facebook progetta di perseguirne lo sviluppo in altri paesi”. A quando anche in Italia?
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