Sicurezza, “fake news”, impegno civile e inclusività. In un manifesto pubblicato, naturalmente, sulla sua pagina Facebook, Mark Zuckerberg risponde alle critiche e difende la globalizzazione. Oltre 6mila parole che, nonostante il giovane milionario abbia esplicitamente smentito le sue ambizioni politiche, suonano come un discorso da futuro presidente degli Stati Uniti.
Donald Trump e la Brexit non sono mai nominati direttamente ma la lettera del fondatore di Facebook è un inno “all’unità degli esseri umani contro le divisioni”, “al valore della comunità contro la polarizzazione” e “all’uguaglianza contro il divario sociale”. Un programma un po’ vago dal punto di vista politico ma chiarissimo su un punto: il faro che ci guiderà verso l’uscita dal tunnel è Facebook.
“Il progresso ha bisogno che l’umanita’ sia unita non soltanto in quanto città e nazioni ma come una comunità globale”, scrive un ispirato Zuckerberg. “Facebook esiste per farci essere più vicini e costruire una comunità globale. Quando abbiamo cominciato, quest’idea non era controversa, eppure adesso in tutto il mondo ci sono popoli lasciati indietro dalla globalizzazioni e movimenti che vogliono ritirarsi dalla connessione globale”, prosegue il fondatore di Facebook che prosegue indicando gli obiettivi, ambiziosi, del suo social media: sviluppare le infrastrutture sociali della comunità per sostenerci, garantirci la sicurezza, informarci…. E qui arrivano le note dolenti perche’ di recente Facebook è stato spesso attaccato sulla diffusione e amplificazione di fake news.
Zuckerberg si dice “preoccupato per il sensazionalismo dei media” e promette che Facebook farà di tutto per mettervi un argine assicurandosi che chi vuole condividere un articolo o una notizia nella sessione News Feed l’abbia prima letta. Basterà? Intanto nella lettera si elogia l’importanza dell'”accuratezza dell’informazione” e di un’industria “forte” che continui ad analizzare le notizie. Paradossalmente quell’industria, alla quale Zuckeberg promette il suo aiuto, che proprio proprio a causa di Facebook e Google soffre per i mancati introiti pubblicitari.
Il manifesto, secondo gli analisti, è un ulteriore passo di Zuckerberg verso la politica. A gennaio il numero uno di Facebook aveva manifestato i suo interesse per la res pubblica. “Nel 2017 ho intenzione di visitare tutti gli stati degli Usa e incontrare direttamente i cittadini» scrive in un post a inizio anno”, scriveva in un post datato 3 gennaio.
Post che ancora non poteva dirsi un un manifesto politico e una vera e propria discesa in campo, ma che comunque chiariva gli interessi futuri di Zuckerberg. “Il mio obiettivo personale per il 2017 è di visitare e conoscere persone in tutti i singoli sati degli Usa entro la fine dell’anno”, scrive il ceo ricordando le precedenti sfide personali affrontate negli ultimi anni (correre, imparare il mandarino, leggere). “Ho già trascorso molto tempo in molti stati, quindi ora ho bisogno di viaggiare in altri 30 stati quest’anno per portare a termine la mia sfida -aggiungeva Zuckerberg – La mia speranza è di uscire e incontrare quante più persone possibili e conoscere come vivono, lavorano e cosa pensano per il futuro”.