“Sostituire l’assistenza informatica in presenza con quella da remoto mette a rischio l’efficienza del servizio”. E’ quanto sottolinea in una nota l’Associazione nazionale magistrati dopo le notizie informali circolate negli ultimi giorni circa la volontà del ministero di limitare l’assistenza informatica negli uffici giudiziari alla sola modalità da remoto. “L’informatica – spiegano in Anm – è divenuta uno strumento di lavoro imprescindibile per la giurisdizione, tanto importante da condizionarne concretamente l’operato. Un modesto risparmio di spesa non bilancia per nulla il pericolo, ben consistente, che si inceppi o sia reso più difficoltoso quel processo di acquisizione di confidenza di tutti i magistrati e di tutti gli operatori della giustizia con le nuove tecnologie, che è invece l’obiettivo a cui devono tendere gli sforzi organizzativi per recuperare, e in fretta, vecchi ritardi nella modernizzazione del settore giustizia”.
Secondo l’Anm, la disponibilità di un’assistenza in loco “garantisce rapidità temporale ed efficienza organizzativa, rispetto ad un’assistenza affidata a chiamate telefoniche con interlocuzioni con ignoti operatori che smistano le richieste di intervento, che non possono che indicare genericamente i tempi di intervento, con cui non si crea e non può crearsi alcuna consuetudine operativa, anche considerando che non tutti i problemi possono essere risolti da remoto (blocchi alle stampanti, malfunzionamento delle reti fisiche di connessione)”.
Per questo, “chiediamo – conclude l’Anm – che il ministero della Giustizia ci dia precisa contezza dei programmi di azione sul punto, soprattutto rispetto alla effettiva volontà di trasferire in remoto l’assistenza informatica come unica alternativa possibile, auspicando al contrario che, per favorire il processo di digitalizzazione, il ministero implementi l’assistenza informatica offerta di persona in tutti gli uffici giudiziari”.