Il Bitcoin non è cosa per donne. Secondo uno studio effettuato da eToro, piattaforma internazionale di social trading e brokeraggio multiasset, le donne costituiscono solo il 15% dei broker di Bitcoin, evidenziando una netta disparità di genere nel mondo delle criptovalute.
Una disparità he nemmeno l’aumento esponenziale delle persone che hanno iniziato a fare trading online, soprattutto dopo l’esplodere della pandemia da Covid19, è riuscito a colmare. Nonostante la percentuale di donne che compra e vende Bitcoin sia aumentata del 10% in un anno, il gap resta ancora troppo ampio. EToro è una delle piattaforme più popolari per gli investimenti in criptovaluta, insieme a Robinhood e Coinbase.
Bitcoin, la criptovaluta più grande del mondo, è valutata ad oggi circa 38mila dollari, con un aumento del 300% rispetto a un anno fa.
In Gran Bretagna, però, le cose vanno meglio. Un sondaggio condotto dall’exchange di criptovalute Gemini mostra che un numero crescente di donne nel Regno Unito investe in criptovaluta: dei 2mila investitori intervistati, il 41,6% è donna mentre del 9% dei potenziali “broker” il 40% è donna.
E se gli uomini detengono più criptovalute rispetto alle donne nelle categorie superiori a 13mila dollari e inferiori a 685, il 53,4% di coloro che detengono portafogli tra i 1300 e i 6800 dollari è donna.
“Le percentuale rappresenta un cambiamento significativo rispetto ai risultati precedenti che suggerivano che le donne nel Regno Unito rappresentassero circa il 21% -22% degli investitori – spiega Blair Halliday, numero uno di Geemini in Uk – Questi nuovi dati dimostrano l’esistenza di una base sempre più diversificata che interagisce con le criptovalute e indica che il mercato si evolverà nel lungo termine”.