IL CASO

Meta (Facebook), l’Antitrust britannico stoppa l’acquisizione di Giphy

La società di Mark Zuckerberg dovrà rinunciare alla piattaforma di condivisione di gif. Secondo la Cma il deal potrebbe danneggiare gli utenti dei social media e gli inserzionisti. Ma il gruppo non ci sta e minaccia ricorso

Pubblicato il 30 Nov 2021

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L’Antitrust del Regno Unito ha imposto a Meta di rinunciare all’acquisizione della piattaforma di condivisione di gif Giphy. L’Autorità per la concorrenza e i mercati (Competition and Markets Authority, Cma) ha dichiarato che il deal potrebbe danneggiare gli utenti dei social media e gli inserzionisti britannici.

Le ragioni alla base della decisione

Il regolatore ha concluso che l’acquisizione di Giphy da parte di Meta ridurrebbe la concorrenza tra le piattaforme di social media. Ha aggiunto che l’accordo ha già rimosso Giphy come potenziale sfidante nel mercato degli annunci display.

Un panel ha determinato che Meta sarebbe in grado di aumentare il suo già significativo potere di mercato in relazione ad altre piattaforme di social media negando o limitando l’accesso di altre società alle gif di Giphy. Ciò a sua volta permetterebbe di inviare più traffico ai siti di proprietà di Meta – Facebook, WhatsApp e Instagram – che già pesano per il 73% del tempo trascorso dagli utenti sui social media nel Regno Unito, ha concluso il panel.

Ad agosto, la Cma aveva affermato di aver provvisoriamente rilevato che l’acquisto di Giphy da parte di Meta avrebbe danneggiato la concorrenza tra le piattaforme di social media e rimosso un potenziale sfidante nel mercato degli annunci display. L’autorità in quel frangente precisò che avrebbe potuto richiedere alla società di sciogliere l’accordo, che secondo quanto riferito vale 400 milioni di dollari, e di vendere Giphy se i problemi di concorrenza fossero stati infine confermati. Nell’annunciare l’accordo l’allora Facebook dichiarò di voler integrare ulteriormente Giphy nell’app Instagram “in modo che le persone possano trovare il modo giusto per esprimersi”.

Meta minaccia l’appello

Parlando con Reuters, la società di Mark Zuckerberg ha riferito di non essere d’accordo con la decisione. “Stiamo rivedendo la decisione e considerando tutte le opzioni, compreso l’appello“.

Ma a Meta conviene giocare bene le sue carte: a ottobre la Cma ha multato il gruppo con una sanzione da 50,5 milioni di sterline (67,4 milioni di dollari) per non aver fornito aggiornamenti regolari per dimostrare che stava rispettando una decisione. Nel motivare l’iniziativa, la Cma ha affermato che Facebook “ha limitato in modo significativo la portata di tali aggiornamenti” nonostante i ripetuti avvertimenti.

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