Per influenzare gli esiti di un’elezione basta “investire” 400mila dollari sui siti specializzati nella creazione e diffusione di fake news, mentre spendendone 55mila di può screditare un giornalista. Sono i risultati dell’ultima ricerca di Trend Micro, “The fake news machine: how propagandists abuse the Internet and manipulate the public”.
Secondo quanto emerge dallo studio della società specializzata in soluzioni di sicurezza informatica l’alto tasso di penetrazione di Internet “ha offerto l’opportunità di usare il web come uno strumento per influenzare l’opinione pubblica”: le previsioni della stessa azienda, infatti, parlavano del 2017 come dell’anno in cui la cyberpropaganda sarebbe diventata una delle maggiori aree di attività cybercriminale.
Lo studio analizza i passaggi chiave utilizzati per influenzare l’opinione pubblica: dal riconoscimento del pubblico in target al suo reclutamento attraverso la preparazione di una storia falsa, fino alla “militarizzazione” attraverso i social media e con il sostegno di una propaganda sempre maggiore. “Al termine di ogni azione – nota Trend Micro – il pubblico è spesso deliberatamente distratto con un nuovo argomento, per iniziare un nuovo ciclo.
La ricerca tra l’altro individua i numerosi “siti underground” che offrono servizi di fake news, compreso l’anonimato garantito a qualsiasi persona e organizzazione alla ricerca di influenzare l’opinione pubblica. “I servizi tipici offerti – sottolinea Trend Micro – comprendono la creazione di falsi profili social media e gruppi, lo sviluppo di contenuti falsi, l’indirizzamento di like e retweet per aumentare la diffusione e anche la costruzione di siti dall’aspetto legittimo. Con ulteriore budget si possono acquistare anche siti multipli, che si reindirizzano l’uno con l’altro per aumentare la diffusione dei contenuti e quindi l’autenticità della campagna di fake news”.
Accanto a ogni servizio c’è anche un “listino prezzi”: una campagna di 12 mesi per influenzare il risultato di un’elezione costa 400mila dollari, una campagna per istigare proteste di strada può essere acquistata 200mila dollari, una campagna per screditare un giornalista può costare 55mila dollari e la creazione di una finta celebrità con almeno 300mila follower costa 2.600 dollari.
I principali mercati delle fake news analizzati dallo studio sono in Cina, Russia, Medio Oriente e Inghilterra. In Cina, ad esempio, spiega Trend Micro, finte pubblicità possono essere acquistate per 15 dollari, mentre in Russia con 621 dollari si può piazzare un video sulla homepage di YouTube.