5G e fintech: questi, in particolare, i due capitoli su cui si sono accesi i riflettori del Dis, il Dipartimento per la sicurezza nazionale, alias l’intelligence italiana. È quanto emerge dalla Relazione annuale presentata al Parlamento.
Nel Documento di Sicurezza nazionale che accompagna la Relazione sono le minacce informatiche a rappresentare il capitolo più spinoso da affrontare. “L’arma cibernetica si è confermata, anche nel 2019, strumento privilegiato per la conduzione di manovre ostili in danno di target, sia pubblici che privati, di rilevanza strategica per il nostro Paese”, si legge nel Documento. “Obiettivo primario dell’intelligence ha continuato ad essere il contrasto delle campagne di spionaggio digitale, gran parte delle quali riconducibili a gruppi strutturati di cui è stata ritenuta probabile – alla luce sia delle ingenti risorse dispiegate, sia della selezione dei target, quasi sempre funzionale al conseguimento di obiettivi strategici e geopolitici – la matrice statuale”.
Altro capitolo di rilievo quello che riguarda il fintech: “Lo sguardo dell’intelligence è andato sempre più soffermandosi sulle evoluzioni della tecnofinanza (cd. fintech), vera frontiera dell’infrastruttura finanziaria mondiale, destinata ad accrescere e rivoluzionare qualità, novero e velocità dei servizi a supporto del tessuto produttivo e, più in generale, della collettività – si legge nel report -. Il rilevato utilizzo delle criptovalute a fini illeciti (specie di riciclaggio, ma anche di finanziamento del terrorismo), la progressiva disintermediazione in ampi segmenti del sistema finanziario e l’intrinseca transnazionalità della fintech chiamano in causa l’esigenza di pervenire ad un quadro regolatorio condiviso in grado di tenere il passo con progressioni tecnologiche rapide e innovative, nonché le capacità di “lettura” di un fenomeno di cui sono ancora da cogliere tutti gli effetti trasformativi”.
Da parte sua il direttore generale del Dis Gennaro Vecchione evidenzia che “la nostra azione è stata pienamente armoniosa e coerente con le iniziative legislative del Governo mirate a rafforzare la resilienza complessiva del nostro Sistema Paese, che, segnando l’evoluzione del nostro quadro normativo verso standard particolarmente elevati, costituiscono la cifra qualificante dell’impegno profuso nel 2019 a tutela della Sicurezza Nazionale”. Vecchione ha anche ricordato come anche il terrorismo stia ricorrendo sempre più all’arma digitale: “Centrale ha continuato ad essere il ruolo del jihad digitale. Nel territorio nazionale, abbiamo dovuto prevenire e contrastare una minaccia composita, riferibile a processi di radicalizzazione individuali e dall’accelerazione imprevedibile, alla presenza di soggetti attestati su posizioni estremiste, ai propositi ritorsivi di Daesh, ad una pervasiva propaganda istigatoria”. Alla presentazione della Relazione è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Non possiamo permetterci di abbassare la guardia, perché la minaccia cyber pone in termini stringenti l’esigenza di prevenzione e allertamento precoce”, ha detto.