Il settore hi-tech sta subendo un cambiamento carsico, quasi invisibile al grande pubblico, ma non per questo meno profondo e interessante. Alla guida di questa fase di consolidamento e riorganizzazione delle tecnologie c’è Broadcom, che aveva provato a comprare per 130 miliardi di dollari il concorrente Qualcomm. All’epoca la presidenza di Donald Trump aveva bloccato la mossa del Ceo Tan Hock (nel 2015 Broadcom era stata comprata da Avago per 37 miliardi) citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale americana.
Adesso Bloomberg ha scoperto che Broadcom è in trattative avanzate per acquistare la società di cybersecurity Symantec, cercando un’ulteriore espansione nel business del software ad alta redditività. Broadcom potrebbe raggiungere un accordo per acquistare la società con sede a Mountain View, in California, entro poche settimane, sostengono alcune persone informate dei fatti sentite da Bloomberg. Nessun accordo è stato però finalizzato e i colloqui potrebbero ancora non andare a buon fine, sostengono le fonti. Le due aziende non hanno risposto alle richieste di commento da parte di Bloomberg.
Le azioni di Symantec sono salite fino del 16% mercoledì, il loro guadagno infragiornaliero record in quasi otto mesi. Il titolo ha chiuso martedì a 22,10 dollari, dando alla società un valore di mercato di circa 13,7 miliardi. Le azioni Broadcom sono invece calate del 3,5% circa. Hanno chiuso a 295,33 dollari martedì, dando al produttore di semiconduttori un valore di mercato di circa 118 miliardi.
Secondo Bloomberg Intelligence, la divisione di analisi dei mercati dell’agenzia stampa “il potenziale acquisto da parte di Broadcom di un’altra attività con più di 4 miliardi di dollari di vendite di software è probabilmente il suo accordo più ambizioso. Symantec, che è ancora priva di un Ceo, ha perso quote anche nei suoi segmenti principali di business. Il Ceo di Broadcom Hock Tan probabilmente dovrà ridurre in modo aggressivo i costi di Symantec mantenendo le vendite stabili”.
Secondo Anand Srinivasan, analista tecnologico, “l’accordo segnerà la seconda grande scommessa di Broadcom nel software, dopo l’acquisizione da 18 miliardi di dollari dell’anno scorso di CA Technologies. Questa transazione ha spinto alcuni investitori a esprimere preoccupazione per il fatto che la strategia di acquisizioni dell’amministratore delegato di Broadcom si sia estesa troppo dopo aver svolto un ruolo chiave nel consolidamento dell’industria dei chip che vale 470 miliardi».
Broadcom, con sede adesso a San Jose, in California, ha abbandonato la scalata ostile del produttore di chip Qualcomm, quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump bloccò la transazione citando rischi per la sicurezza nazionale. Anche altri analisti hanno visto il potenziale acquisto di Symantec come positivo per Broadcom. “Symantec – dice Harsh Kumar, analista di Piper Jaffray in una nota agli investitori – si integrerebbe perfettamente con il portafoglio Broadcom”. Secondo l’analista la situazione è simile all’acquisizione di CA da parte di Broadcom, “che alla fine si è rivelata estremamente efficace sotto l’ala di Broadcom”.
Symantec è il più grande produttore al mondo di software per la sicurezza informatica, fornendo prodotti e servizi a più di 350mila organizzazioni e 50 milioni di persone, secondo i dati forniti dall’azienda stessa. L’azienda l’anno scorso ha affrontato una serie di problemi, dall’intensificarsi della concorrenza, all’improvvisa uscita di scena del suo amministratore delegato, fino all’interesse calante dei consumatori per i programmi antivirus e a un’indagine finanziaria che si è conclusa in maniera positiva per l’azienda. Le azioni hanno guadagnato circa il 17% quest’anno, recuperando da un calo del 33% nel 2018. L’investitore-attivista Starboard Value a settembre ha ottenuto tre posti nel consiglio di amministrazione di Symantec.
Broadcom non sarebbe il primo produttore di chip a provare un’incursione nei software di sicurezza. Nel 2011, Intel ha acquisito McAfee per 7,7 miliardi. Il piano di Intel consisteva nel collegare alcune delle funzionalità del software ai suoi processori per personal computer che hanno una posizione di dominio nel mercato. Il produttore di semiconduttori non è mai stato in grado di farlo, e nel 2016 ha finito con realizzare lo spin-off dell’unità di security, venduta a Tpg che ha valutato il business a 4,2 miliardi.
Guidata da Tan, Broadcom ha perseguito una strategia diversa per il software. Tan ha detto di acquisire “franchigie”, gruppi o aziende all’interno di aziende che hanno posizioni di mercato sostenibili attraverso la leadership tecnologica. Quindi vi investe per mantenere quella leadership, gestendoli come parti distinte di Broadcom, piuttosto che integrare i prodotti acquisiti. “L’approccio di Broadcom alle M&A – ha scritto l‘analista di Morgan Stanley Craig Hettenbach in un report all’inizio di questa settimana – è quello di raggiungere alti rendimenti della liquidità, e l’azienda è stato molto brava nell’implementare la strategia. Nei semiconduttori, la società era in anticipo e ha guidato l’ondata di consolidamento che poi ha preso piede in tutto il settore. Tuttavia, con molte risorse già impiegate e le società rimanenti che vengono trattate per multipli molto elevati del loro valore, oggi le opportunità disponibili sono molto più limitate”.