IL CASO

Bufera “Pegasus”, il dossier sul tavolo della Commissione Ue. Anche Macron fra gli spiati

L’allarme del commissario alla Giustizia Reynders: “Questione inaccettabile”. Oltre a giornalisti e attivisti, fra gli obiettivi dello spyware israeliano anche 13 capi di Stato e di governo i cui cellulari potrebbero essere stati intercettati

Pubblicato il 21 Lug 2021

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Si scalda il caso Pegasus, il software-spia prodotto dalla società israeliana Nso per le forze di intelligence, che potrebbe essere stato utilizzato da alcuni governi per spiare centinaia di giornalisti, attivisti per i diritti umani e dissidenti politici. Ma anche manager e capi politici in tutto il mondo.

Le strategie della Commissione Ue

Il dossier approda ora sul tavolo della Commissione Ue mentre emerge che anche il presidente francese Macron potrebbe essere nella lista degli “spiati”.

“Il commissario Breton chiederà ai servizi della dg Connect di lavorare” sulla vicenda dello spionaggio dei giornalisti col software Pegasus. Lo annuncia il commissario alla Giustizia Ue, Didier Reynders, che incalzato a proposito di un’indagine di Bruxelles sulla vicenda, ha spiegato che il tema è stato trattato dal collegio dei commissari.

“Stiamo iniziando a raccogliere informazioni per capire quale sia il possibile utilizzo dell’applicazione – ha detto -. Ma useremo più fonti, da quelle giudiziarie alle autorità sulla protezione dei dati, per verificare la solidità dell’informazione. Se vera, sarebbe inaccettabile“.

“Nel caso dovessimo riscontrare che non possiamo affrontare la questione a livello europeo, perché si tratta di una questione di sicurezza nazionale, per quanto inaccettabile, affronteremo questa questione nella nostra raccomandazione” sulla libertà di stampa, ha aggiunto la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jurova.

Macron e altri capi di Stato nel mirino

Il nome di Macron nella lista dei possibili obiettivi dello spyware Pegasus è stato riportato da Le Monde e altre testate del consorzio globale di media di cui lo stesso quotidiano fa parte, che hanno identificato migliaia di persone in 50 Paesi presumibilmente selezionate da clienti di Nso per potenziali operazioni di sorveglianza.

Con Macron ci sono altri 13 capi di Stato e di governo i cui cellulari potrebbero essere stati fra gli obiettivi, rivela il Guardian, citando fra i vari il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa e il premier del Pakistan Imran Khan.

La notizia di Macron giunge nello stesso giorno in cui la procura di Parigi ha comunicato di avere aperto un’inchiesta sul caso Pegasus, sul sospetto spionaggio di giornalisti, attivisti per i diritti umani e appunto politici, a seguito delle denunce presentate dalla testata Mediapart.

Se la notizia di Macron venisse confermata, sarebbe “estremamente grave”, ha commentato un funzionario dell’Eliseo, assicurando che verrà fatta chiarezza. Le Monde fa parte di un consorzio globale di media che ha identificato i potenziali obiettivi di sorveglianza da una lista di oltre 50mila numeri di cellulari ottenuta dalla no profit di giornalismo Forbidden Stories, con sede a Parigi, e da Amnesty International e condivisa con 16 organizzazioni editoriali.

I membri del consorzio riferiscono di essere stati in grado di collegare oltre mille numeri presenti sulla lista alle persone a cui corrispondono e che fra loro ci sono oltre 600 politici e funzionari governativi, nonché 189 giornalisti. Nella lista, sempre secondo il consorzio, diversi membri di famiglie reali arabe, oltre appunto a capi di Stato e primi ministri.

Secondo quanto riporta Le Monde, Nso ha fatto sapere che Macron non è stato mai preso di mira dai clienti della società. Il gruppo nega di avere mai tenuto “una lista di potenziali obiettivi, passati o attuali” e sostiene che il report di Forbidden Stories sia “pieno di supposizioni sbagliate e di teorie non corroborate”.

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