Crescono la pirateria informatica ed il furto di fondi dai wallet o dagli exchange nel mondo delle criptovalute: fino a luglio 2022 sono state rubate criptovalute per un valore di 1,9 miliardi di dollari in hack di servizi, rispetto ai 1,2 miliardi rubati nello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato in crescita, quindi, mentre le entrate totali delle truffe per il 2022 sono attualmente pari a 1,6 miliardi, il 65% in meno rispetto a fine luglio 2021: un calo che però sembra legato al calo dei prezzi delle diverse valute. Da gennaio 2022, le entrate da truffa sono diminuite più o meno in linea con la diminuzione del prezzo di Bitcoin. Questi i dati principali che emergono dal Mid-year crypto crime update, appena pubblicato da Chainanalysis, la piattaforma di dati blockchain che fornisce software, servizi e ricerche ad agenzie governative, borse, istituzioni finanziarie e compagnie assicurative e di sicurezza informatica in oltre 70 Paesi.
I volumi delle transazioni in calo
Il report rivela che i volumi delle transazioni in criptovalute nel corso del 2022, sia da parte di entità lecite che illecite, sono diminuiti rispetto all’anno precedente. Complessivamente, però, le attività criminali sembrano resistere in modo più solido al calo dei prezzi delle criptovalute – con Bitcoin che ha perso circa il 50% dallo scorso Ath di novembre, le altre criptovalute a loro volta influenzate negativamente -, se è vero che i volumi delle transazioni illecite è calato del 15%, mentre quelle lecite del 36%. La truffa più rilevante del 2022 finora ha fruttato 273 milioni di dollari in criptovalute, solo il 24% delle entrate di Finiko fino alla fine di luglio del 2021, cioè 1,5 miliardi di dollari.
Gran parte delle sottrazioni di fondi da diversi wallet si deve all’aumento dei furti da protocolli della DeFi, cioè la finanza decentralizzata, un trend che era iniziato già nel 2021. I protocolli della DeFi sono infatti vulnerabili all’hackeraggio, visto che i loro codici open source possono essere analizzati e sfruttati dai criminali informatici. Inoltre, segnala il report, va ricordato che buona parte del valore sottratto dai protocolli può essere attribuito ad attori affiliati alla Corea del Nord, in particolare il team di hackers Lazarus group. Secondo le stime, nel 2022 gruppi vicini a Pyong Yang han no rubato circa 1 miliardi di dollari in criptovalute dai protocolli della DeFi.
I moniti della Fed
Il report di Chainanalysis arriva in un momento particolare per il mondo cripto, col prezzo di Bitcoin risalito nell’ultimo mese, attestandosi tra il 20 mila e i 24 mila dollari, e la Federal Reserve statunitense che proprio oggi ha messo in guardia le banche dai rischi associati al coinvolgimento nel settore dei cripto-asset. La Fed ha dichiarato che se da un lato il settore emergente “presenta potenziali opportunità” per le banche, i loro clienti e il sistema finanziario nel suo complesso, dall’altro “le attività legate ai cripto-asset possono anche presentare rischi legati alla sicurezza e alla solidità, alla protezione dei consumatori e alla stabilità finanziaria”.
In una lettera, l’autorità di vigilanza americana ha dichiarato che sta “monitorando attentamente” gli sviluppi del settore “visti i rischi più elevati e nuovi posti dai cripto-asset”. Ha inoltre affermato che le banche che intendono impegnarsi nel settore dei cripto-asset devono informare la Fed di tali piani in anticipo. Gli istituti bancari devono inoltre verificare la legalità di tali attività prima di intraprenderle. Negli ultimi anni le valute digitali come il Bitcoin e l’Ether sono passate da fenomeno di nicchia a presenza fissa sul mercato finanziario, e le banche sono sempre più interessate a partecipare a questo settore emergente. I prezzi delle criptovalute fluttuano in modo notevole, e il settore è molto volatile. Il recente crollo del mercato delle criptovalute ha visto i piccoli investitori subire le perdite peggiori.