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Crypto asset, in Italia cresce l’utilizzo. Ma è allarme sugli illeciti



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Sono 3,6 milioni gli italiani che possiedono valute virtuali, ma soltanto 3 su 10 hanno una conoscenza approfondita del tema. Portale: “Per garantire una crescita sostenibile è essenziale un quadro normativo ben definito che promuova trasparenza e sicurezza”

Pubblicato il 20 set 2024



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I crypto-asset sono sempre più utilizzati in Italia, ma se per alcuni sono stati un ottimo investimento, per altri non sono mancati i problemi: il 50% di chi li ha detenuti nel nostro Paese registra esperienze negative, nella maggioranza dei casi per servizi non ottimali ma anche per vere e proprie truffe. Il 20% ha avuto problemi nel pagamento con criptovalute, il 18% durante l’acquisto, il 13% mentre le deteneva, ad esempio a causa di attacchi di phishing. Ma in generale solo un italiano su tre dichiara di conoscere bene i crypo-asset, evidenziando la chiara necessità di maggiore educazione in materia, per uso realmente efficace e consapevole.

Sono alcune evidenze emerse dalla nuova ricerca dell’Osservatorio Blockchain and Web3 della School of Management del Politecnico di Milano, la quale rivela che i crypto-asset oggi sono utilizzati sia per scopi legittimi come transazioni finanziarie, investimenti, pagamento di beni e servizi, tokenizzazione di asset e partecipazione a progetti DeFi, sia per attività illegali come riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo, traffico di droga, compravendita di beni illeciti sul dark web e social network. In Italia li possiedono già 3,6 milioni di persone; il 41% come forma di investimento, il 18% per acquistare prodotti o servizi online, solo il 10% per interagire con altri asset o applicazioni digitali.

Una grande opportunità, ma densa di rischi se non governata

“Le transazioni digitali e i crypto-asset hanno avviato negli ultimi anni una vera e propria rivoluzione finanziaria – commenta Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano -. Parliamo di temi che sono al centro di importanti dibattiti a livello nazionale e che chiamano a raccolta una larga fetta di attori economici e sociali: dalle banche alle imprese ai soggetti che agiscono a tutela e nell’interesse della collettività, quali le Forze dell’Ordine e le autorità giudiziarie. Su questo tema il Politecnico di Milano, impegnato verso un uso etico e consapevole della tecnologia, ha avviato collaborazioni che, come ricordato in questa occasione, fanno leva sulle nostre competenze tecnologiche e sulla capacità di tradurle in scenari di sviluppo in cui il digitale rappresenta sì una grande opportunità, ma anche potenziali rischi se non governato”.

Necessità di un quadro normativo ben definito

“L’adozione dei crypto-asset rappresenta un’opportunità significativa per la trasformazione del settore finanziario e la nascita di nuovi modelli economici – ha dichiarato Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano -. Tuttavia, per garantire una crescita sostenibile, è essenziale che il loro utilizzo avvenga all’interno di un quadro normativo ben definito che promuova trasparenza e sicurezza e garantisca la legittimità dell’operato”.

“La blockchain è uno strumento potente anche per il monitoraggio delle attività illecite, grazie alla trasparenza e all’immutabilità dei dati che essa garantisce – ha affermato Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 -. Il nostro obiettivo è rendere sempre più efficace la collaborazione tra attori del mercato e autorità di controllo per creare un ambiente sicuro e legale per lo sviluppo dei crypto-asset”.

Favorire l’innovazione in un contesto regolato

La presentazione dei dati è stata un’importante occasione di confronto tra accademici, aziende, autorità di vigilanza, forze dell’ordine e giornalisti, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’uso corretto dei crypto-asset per favorire l’innovazione in un contesto regolato. Nel corso della giornata ci si è confrontati su come la normativa influisca sull’adozione delle criptovalute e sul ruolo delle banche nell’utilizzo dei crypto-asset per favorire l’innovazione e migliorare i servizi finanziari. Sono poi stati analizzati gli strumenti a disposizione degli istituti per operare in modo conforme e trasparente nel settore delle criptovalute, oltre al ruolo che la tecnologia blockchain può avere nel supportare il controllo e la gestione delle transazioni legittime.

Nonostante l’entusiasmo per l’innovazione, non mancano però le criticità. Esponenti delle Forze dell’Ordine e dell’Autorità Giudiziaria hanno affrontato il tema del contrasto al cybercrime legato ai crypto-asset. Sono stai discussi i metodi utilizzati dalle organizzazioni criminali per riciclare denaro tramite criptovalute e DeFi, così come l’utilizzo illecito delle criptovalute nel dark web e nei social network. Un faro è stato acceso anche sulle tecniche e gli strumenti impiegati per il sequestro e la confisca delle criptovalute, con particolare attenzione alle sfide investigative legate agli attacchi ransomware e al monitoraggio delle transazioni sospette.

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