LA GUERRA ENERGETICA

Cybercrime, anche Eni nel mirino degli hacker: si alza la soglia d’allarme

Rilevati accessi non autorizzati alla rete aziendale. Le conseguenze sarebbero di lieve entità, ma si tratta del secondo attacco in pochi giorni al comparto, dopo l’offensiva sferrata nei confronti del Gestore dei servizi energetici

Pubblicato il 01 Set 2022

HACKER-CYBER

Dopo l’attacco che nella notte tra domenica e lunedì scorsi ha colpito il Gestore dei servizi energetici (Gse), Anche l’Eni è finita nel mirino degli hacker. Al vaglio degli inquirenti c’è l’ipotesi che sia in corso una campagna offensiva nei confronti di un settore strategico, rispetto al quale proprio in questi giorni il Governo è alle prese con provvedimenti straordinari per contrastare il caro-bollette. Massima allerta di intelligence e Agenzia per la cybersicurezza nazionale, dunque, considerando l’attivismo russo sul fronte della minaccia cyber.

Eni: conseguenze di lieve entità

Eni ha fatto sapere che nello specifico i sistemi di protezione interni della società hanno rilevato nei giorni scorsi, “nell’ambito delle attività di monitoraggio delle infrastrutture informatiche, rafforzate a seguito dell’inizio del conflitto in Ucraina”, “accessi non autorizzati alla rete aziendale” e sta lavorando “per valutare le conseguenze del tentativo d’attacco, che risultano attualmente di lieve entità”. La procura di Roma, a quanto si apprende, ha aperto un fascicolo sull’intrusione nella rete aziendale dell’Eni, su cui indagano gli specialisti della Polizia postale. Per quanto riguarda Gse, l’attacco è avvenuto “per mezzo di un malware di ultima generazione” e la società ha reso indisponibili sito internet e portali per “mettere in sicurezza i dati e i sistemi informativi”.

Nelle stesse ore anche il Comune di Gorizia ha subito un attacco informatico di tipo ransomware, cioè con richiesta di riscatto e l’azione contro Gse potrebbe appartenere a questa stessa tipologia, sempre più diffusa.

L’allarme di Gabrielli

Proprio nei giorni scorsi Franco Gabrielli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, aveva rilanciato l’allarme cyber. “La minaccia ibrida ha preso il sopravvento sulla guerra fisica ed io continuo a ritenere preoccupante tutto quello che si muove nello spazio cibernetico”. La preoccupazione è condivisa dal Governo che nel decreto aiuti bis ha inserito una norma per consentire agli operatori di intelligence di adottare misure di contrasto in ambito cibernetico in caso “di crisi o di emergenza a fronte di minacce che coinvolgono aspetti di sicurezza nazionale e non siano fronteggiabili solo con azioni di resilienza”. Non basta rafforzare le difese cyber, dunque, occorre anche poter contrattaccare.

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