Una politica comune di cyberdifesa e una cooperazione a livello comunitario per la creazione di capacità informatiche militari comuni sono elementi essenziali per lo sviluppo di un’Unione europea della difesa. A dirlo sono i deputati del Parlamento di Bruxelles, con una risoluzione adottata oggi. Il testo è stato approvato con 591 voti favorevoli, 65 contrari e 26 astensioni.
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del 2021, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato la necessità di una politica dell’Ue in materia di cyberdifesa. Secondo i deputati, è essenziale superare l’attuale frammentazione e complessità dell’architettura informatica globale all’interno dell’Unione e sviluppare una visione comune per raggiungere la sicurezza e la stabilità nel ciberspazio.
Il Parlamento raccomanda quindi l’istituzione di un’unità congiunta per il cyberspazio che superi la mancanza di condivisione delle informazioni tra le istituzioni, gli organi e le agenzie Ue e garantisca una rete di informazione sicura e rapida.
Indipendenza tecnologica, innovazione e investimenti
Sottolineando il frequente carattere “a duplice uso” (civile e militare) delle capacità informatiche, i deputati accolgono con favore il piano d’azione della Commissione sulle sinergie tra l’industria civile, della difesa e dello spazio. Diversamente da altri settori militari, l’infrastruttura utilizzata per “creare” il cyberspazio è per gran parte gestita da entità commerciali con sede principalmente al di fuori dell’Ue e ciò comporta una dipendenza industriale e tecnologica da terzi. L’Unione dovrebbe potenziare la propria sovranità tecnologica, stimolare l’innovazione e investire maggiormente nelle capacità di difesa informatica e nel personale.
Insieme alla Nato per difendersi da Cina, Russia e Corea del Nord
Inoltre, i deputati reputano fondamentale la cooperazione informatica Ue-Nato e chiedono risposte congiunte e coordinate agli attacchi informatici, incluse sanzioni contro gli attori ostili. I deputati sono poi preoccupati per il comportamento sistemico aggressivo dimostrato in particolare da Cina, Russia e Corea del Nord, compresi numerosi attacchi informatici contro istituzioni governative e aziende private.
Nella risoluzione si fa infine riferimento allo scandalo dello spyware Pegasus come esempio di un atto di spionaggio che ha colpito un gran numero di giornalisti, attivisti dei diritti umani, rappresentanti eletti e altri cittadini dell’Ue.
“Negli ultimi anni c’è stata una continua crescita delle operazioni informatiche dolose”, ha affermato il relatore della risoluzione Urmas Paet. “L’Unione e i suoi Paesi membri devono rafforzare le loro capacità di difesa per rispondere con successo a queste minacce informatiche. Pertanto, è di fondamentale importanza rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri dell’Ue e le istituzioni, la Nato, gli Stati Uniti e gli altri partner strategici”.