COMPETENZE

Cybersecurity, il Giappone punta su 5mila esperti entro il 2027

L’annuncio del ministero della Difesa. Si punta a rafforzare l’unità informatica decuplicando lo staff. Asse con le autorità di intelligence di Stati Uniti e Unione Europea: esercitazione congiunta per fare fronte ai cyberattacchi

Pubblicato il 31 Ott 2022

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Il Giappone vira deciso verso il rafforzamento della propria unità di difesa informatica: secondo quanto reso noto in un comunicato del ministero della Difesa, Tokyo rinfoltirà il proprio organico di esperti in cybersecurity di oltre dieci volte rispetto all’attuale, arrivando a contare su più di 5mila addetti militari specializzati, entro l’anno fiscale 2027. 

Gli obiettivi del rafforzamento delle Forze di autodifesa

L’obiettivo di questa misura è “garantire i mezzi necessari a rispondere ad eventuali aggressioni, e potenziare le capacità del paese nella guerra informatica”, con particolare riferimento alla minaccia rappresentata dalla Cina e dalla Corea del Nord.

L’unità di difesa informatica della Forze di autodifesa, che ad oggi conta su 540 specialisti militari, nelle intenzioni del governo giapponese, rese note nel recente “white paper sulla difesa del 2022”, dovrà contenere le minacce provenienti dalla Cina, che conta su un organico destinato alla guerra informatica di 175mila persone, di cui 30mila specializzate in attacchi informatici, e dalla Corea del Nord, con i suoi 6.800 specialisti in tali attività. 

Aziende e istituzioni giapponesi sotto attacco nel 2021

Ad aprile 2021 la polizia locale aveva fatto sapere che i cyberattacchi avevano colpito quasi 200 istituzioni diverse in Giappone, tra le quali anche l’Agenzia aerospaziale nazionale, e che Pechino molto verosimilmente fosse coinvolta in tali operazioni. Un recente studio di Teikoku Databank ha rivelato che nel 2021 più del 24% delle aziende giapponesi ha fatto i conti con un attacco informatico.

Al via anche una cyber esercitazione congiunta con Ue ed Usa

Tokyo non si limiterà a rafforzare l’organico di cyber esperti: nei giorni scorsi è stata infatti decisa anche un’esercitazione congiunta a porte chiuse sulle risposte agli attacchi informatici tra il Giappone, gli Stati Uniti e l’Unione europea. All’esercitazione avrebbero preso parte in via telematica più di 40 funzionari da 13 paesi diversi della regione indo-pacifica, tra cui India, Taiwan e alcuni membri dell’Asean (Associazione delle Nazioni del sudest asiatico), insieme anche alle compagnie nazionali che forniscono energia elettrica. Nel dettaglio, le esercitazioni hanno simulato un attacco informatico ai sistemi informatici di centrali energetiche e di altre infrastrutture sensibili. I partecipanti hanno così potuto constatare che gli hacker utilizzano in questo ambito delle tecniche molto sofisticate, da contrastare attraverso misure concrete, come ad esempio il rafforzamento delle funzionalità di monitoraggio degli accessi non autorizzati e delle procedure di ripristino.

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