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Cybersecurity, la Nato sceglie Torino per l’acceleratore startup

L’annuncio del Sottosegretario Giorgio Mulè. Il programma vale 1 miliardo di euro. L’Italia selezionata anche per i due test center che vedranno la luce a La Spezia e Capua

Pubblicato il 28 Apr 2022

mulè

Torino è stata scelta dalla Nato come uno dei luoghi nei Paesi dell’Alleanza in cui avrà sede l’acceleratore di startup nel campo della sicurezza“. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, in occasione dell’Innovation Cybersecurity Summit organizzato dall’Associazione Nazionale Giovani Innovatori a Roma.

Nell’ambito del Programma Diana da un miliardo di euro varato dalla Nato più di un anno l’Italia avrà dunque un ruolo fondamentale. L’iniziativa impegna i Paesi membri dell’Alleanza a dotarsi di un sistema di start up innovative, sottraendole ai fondi privati, per fare in modo che le competenze e i talenti finiscano all’interno della Nato. “L’Italia insieme a 30 Paesi ha partecipato alla selezione di questi acceleratori, con una competizione durissima e il sistema del Paese, a partire dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, ha lavorato insieme per fare in modo che la candidatura di Torino potesse vincere. Mi fa piacere poter dare oggi questo annuncio. Oltre Torino abbiamo portato a casa anche 2 centri test che serviranno appunto a testare queste start up a La Spezia e a Capua per coprire tecnologie in ambito medico, aeronautico e materiali”.

Il Sottosegretario ha fatto anche il punto sui cyber attacchi che colpiscono il nostro Paese: “Quotidianamente riceviamo dai 140 ai 150 mila attacchi cyber, solo nel comparto della Difesa, e di questi ne respingiamo il 99,9% grazie agli strumenti di resilienza presenti all’interno del ministero . Ogni giorno riceviamo poi dai 20 ai 40 attacchi informatici che richiedono l’intervento umano dei tecnici”. Riguardo alle attività cyber connesse al conflitto russo-ucraino Mulè ha puntualizzato che “l’attività cyber contro l’Ucraina parte già anni addietro rispetto all’invasione russa, con attacchi mirati a strutture del governo e militari come ad esempio l’interruzione della distribuzione di energia, che è stato un test sui sistemi di difesa ucraini”.

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